Crollo Sila-Mare, Giuseppe Antoniotti: «Dai longobucchesi educazione e compostezza»
«È veramente vergognoso ed offensivo che oltre al danno, con le conseguenze di estremo disagio per la popolazione, questa Comunità debba anche sopportare la beffa delle ‘’passerelle’’ di politici»
LONGOBUCCO – «La dignità ed il rispetto delle regole sono connaturati alla Comunità longobucchese – afferma in una nota Giuseppe Antoniotti -, nonostante le ultime vicissitudini connesse con il crollo del viadotto strada Sila-Mare che praticamente isola il paese, i Longobucchesi hanno dimostrato ancora una volta educazione e compostezza. Ma è veramente vergognoso ed offensivo che oltre al danno, con le conseguenze di estremo disagio per la popolazione, questa Comunità debba anche sopportare la beffa delle ‘’passerelle’’ di politici, fantasmi mai visti prima che, dimenticando di aver avuto responsabilità di governo, regionale e nazionale, scaricano su altri quelle che, evidentemente, sono loro responsabilità di mancata tutela del territorio e delle infrastrutture esistenti.
È a conoscenza di tutti – prosegue - che quella strada tanto attesa ed agognata è il risultato di lungaggini più meno burocratiche che diventano oggetto di dibattito e parte integrante delle varie campagne elettorali comunali, regionali e nazionali per procacciarsi voti. La Comunità longobucchese sa, non dimentica e non si lascia abbindolare, ora, dalle promesse di una ‘’pronta ricostruzione’’ del viadotto crollato. La comunità, vuole fatti e nel contempo chiede che la Magistratura, come sta facendo, accerti le eventuali responsabilità penali, mentre la Corte dei Conti regionale, ha aperto un fascicolo d’indagine per danno erariale.
Attraverso i miei amici di Longobucco che mi onoro di incontrare, salutare e frequentare in alcuni fine settimana esprimo la mia piena solidarietà alla Comunità intera e l’auspicio che presto si possa arrivare alla soluzione della seria problematica. Purtroppo sarà invece difficile che il crollo del viadotto risvegli le coscienze dei veri responsabili dello scempio, del tradimento e fallimento politico di un trentennio.
Sento invece la necessità – e conclude - di rivolgere un appello pressante al presidente della Regione, Roberto Occhiuto che so impegnato a sbrogliare la matassa della ricostruzione del ponte, di fare presto e di tenere informata la cittadinanza sui necessari vari passaggi anche temporali che dovranno portare alla ricostruzione del ponte perché la comunità è già rimasta penalizzata, offesa e mortificata per decenni e non può continuare a rimanere nello sconforto e isolata dal resto del mondo».