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La resilienza dei centri storici, l'esperienza di Don Pietro Madeo: «Le parrocchie di Rossano vivono in contesti di abbandono»

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CORIGLIANO-ROSSANO – Manca poco alla Pasqua e le nostre comunità iniziano a prepararsi a quella che è la settimana più partecipata dell'anno liturgico, che porta con sé una tradizione popolare e rituale antichissima. Per iniziare ad introdurci a quella che sarà la “Settimana Santa” abbiamo invitato Don Pietro Madeo, ospite all’Eco in Diretta, il talk della nostra testata condotto dal direttore Marco Lefosse.

«Noi siamo in cammino già dall’inizio della Quaresima, che si apre con il Mercoledì delle Ceneri. Quest’anno per fortuna sembra che il timore pandemico sia stato vinto. Ho visto la partecipazione di un notevole numero di fedeli che hanno popolato le chiese sia durante il rito delle Ceneri che durante le Via Crucis settimanali. Riti che ormai coinvolgono l’intero centro storico poiché tutte le parrocchie si sono fuse in un'unica unità pastorale, per aiutare anche il tessuto sociale del paese».

Sono stati anni difficili quelli appena trascorsi. Anche le parrocchie hanno sperimentato lo svuotamento dei luoghi e l’isolamento dei singoli. Il fenomeno si registrava già da tempo e la pandemia l’ha solo bruscamente accelerato. Che riscontri si hanno, ora, in termini di ritorno alla fede?

«Non è un’analisi semplice – afferma Don Pietro - perché numericamente registriamo un aumento di presenze solo e soprattutto nelle grandi manifestazioni, dal punto di vista generale, invece, c’è una sorta di “accomodamento”. In aggiunta bisogna considerare che la tendenza a vivere una fede autonoma si è fatta, col tempo, più forte e questo fenomeno pandemico l’ha rafforzata e legittimata. Il grande evento rituale spezza l’accomodamento perché spesso è legato ad un ricordo, ad una consuetudine o ad un legame con il rito quindi la gente accorre numerosa».

E la Pasqua si inserisce proprio nella grande serie di eventi rituali che richiamano fedeli e non. In questi momenti la fede, mista a folklore popolare, si fa più coinvolgente.

«Questi momenti non sono solo folkloristici ma fanno crescere il cammino di fede. Ad esempio, nella Chiesa dell’Addolorata è conservato tutto quello che poi darà vita alla Processione dei Misteri. E ogni simbolo viene portato fuori e preparato prima. Il primo gesto è legato alla preparazione della Madonna e del Crocifisso che sono seguiti e accompagnati da momenti di catechesi, è un vero e proprio cammino. Com’è un camminino tutto l’allestimento. Ricordiamo che queste tradizioni sono nate perché il Passio era cantato e, per di più, era in latino. Per facilitare la comprensione e immedesimarsi nel racconto si pensò di far scorrere in processione le varie scene».

Ma c’è anche un aspetto sociale. Quanta difficoltà c’è oggi nel dialogare con i giovani e nel garantire loro un’alternativa alle derive che i contesti di abbandono presentano?

«Qui entriamo in un campo minato, difficilissimo. Il centro storico di Rossano è vuoto e desolato, sta invecchiando e stanno invecchiando anche le strutture. I ragazzi, poi, sono sommersi nel loro mondo e tendono ad idolatrare modelli inclini alla violenza. La scuola è in seria difficoltà e mancano i centri di aggregazione. Una volta era facile mettersi in contatto con loro, sapevi dove trovarli. Oggi è complicato. Il dialogo quando c’è è ancora possibile, non tutto è perduto, ma avviene con molta difficoltà. Il contesto poi non aiuta».

«Con le associazioni però – conclude - stiamo cercando di fare rete sfruttando l’unico spazio comune rimasto: Villa Labonia. Questo potrebbe portarci a collaborazioni proficue. La speranza è che i progetti di riqualificazione che interessano alcune zone del centro storico possano essere pensati in relazione al resto del paese».

Lo scopo è quindi creare una rete capace di lavorare in sinergia. Valorizzare e riqualificare alcuni luoghi significa mettere gli abitanti in condizione di vivere in maniera più sana la socialità e di emanciparsi da contesti di degrado ed abbandono.

foto in copertina di Domenico Esposito

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.