Consorzio di Bonifica di Trebisacce, altre nubi all'orizzonte. A rischio campagna irrigua
Nonostante il commissariamento, l'ente - carico di una impressionante mole passiva di debiti - non riesce ancora a pagare gli stipendi dei dipendenti mentre la riforma delle strutture consortili tarda ad arrivare
TREBISACCE - Non c'è pace per i dipendenti del Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio cosentino. Dopo le lunghe e vibrate proteste dell'autunno scorso che avevano portato alle dimissioni di massa del Consiglio di amministrazione e del presidente Blaiotta aprendo la strada al commissariamento, c'è nuovamente aria di tempesta davanti ai cancelli dell'ente che ha sede a Trebisacce. Le mensilità arretrate per i lavoratori sono nuovamente sette e il futuro è sempre più incerto. Ieri mattina nella sede del presidio una riunione tra il commissario Antonucci e le rappresentanze sindacali, che di concreto non ha prodotto nulla e non ha dato alcuna certezza né sui salari arretrati, tanto meno sulle prospettive dei prossimi mesi. Manca l'ufficialità ma, proprio all'esito di questo incontro, domani i sindacati confederali dovrebbero dichiarare uno stato di agitazione dei dipendenti.
Il rischio, però, che questa volta la protesta possa avere una scia lunga di disagi è più che concreto. A differenza dell'autunno scorso, infatti, questa volta si va incontro ad una incerta stagione estiva che potrebbe essere caratterizzata da una forte siccità. Ed è lo scenario più grave, dal momento che, qualora non venisse superata la vertenza lavorativa tutt'ora in atto, i dipendenti consortili potrebbero decidere l'ammutinamento generale con il serio rischio di far saltare la stagione irrigua. E questo sarebbe un disastro per l'economia agricola della Piana di Sibari.
Come fare a scongiurare questa situazione. Di strade non ce ne sono molte. La soluzione rimane quella di provvedere al pagamento degli stipendi arretrati e all'avvio di una programmazione di bilancio concreta e coerente con le esigenze del consorzio. In buona sostanza, servono soldi. Una parte di questi denari potrebbe rientrare a breve nelle casse con i ruoli in pagamento da parte degli utenti (anche se qui si apre l'altra grande polemica degli agricoltori costretti a pagare per servizi consortili spesso inesistenti) ma il vero salto del fosso avverrebbe solo con la riforma degli enti consortili che rimane ancora in discussione nelle stanze del Consiglio regionale e in attesa di approvazione.
Il nuovo assetto organizzativo dei Consorzi di bonifica che vorrebbe, secondo le indicazioni della Regione Calabria, l'unificazione di tutti i presidi in un unico ente consortile regionale e che al momento trova le resistenze dei sindacati e della stessa associazione nazionale di categoria, azzererebbe di fatto tutti i contenziosi in atto (passandoli in gestione commissariale) e attraverso una gestione centralizzata dei servizi di bonifica e irrigazione razionalizzerebbe le spese di amministrazione che oggi sono quelle che più gravano sulle spalle dei Consorzi.