Impianti semaforici e cantieri sono diventati l'incubo dei pendolari: Sibaritide sempre più isolata
Il caso dei 5 km della provinciale di Tarsia è embleatico: tre impianti semaforici mobili che fanno registrare attese lunghissime di oltre 10 minuti . Diventano più veloci strade più lunghe anche se meno convenienti economicamente
CORIGLIANO-ROSSANO – La mobilità della Sibaritide è prigioniera dei semafori. È così. Muoversi per raggiungere l’autostrada e, quindi, il resto del mondo è da sempre un’impresa, a causa di strade poco moderne e – ovviamente – poco sicure. A complicare questa situazione, poi, si ci mettono gli impianti di segnalazione luminosi a postazione fissa, come quello del quadrivio di Sibari, e i tanti, tantissimi, che di recente costellano la Statale 106 e le strade provinciali interne oggetto di lavori. Ecco, questi sono diventati una vera e propria trappola.
I tempi di percorrenza, stamani, per raggiungere una qualsiasi località a nord di Corigliano-Rossano sono dilatati di almeno 20 minuti, su una percorrenza base già di per sé lentissima per via dell’inadeguatezza, dicevamo, delle strade principali.
Ci sono lavori in località Santa Lucia, per la realizzazione di una nuova (l’ennesima) rotatoria lungo la statale 106 e l’impianto semaforico fisso non ce la fa a smaltire il traffico incanalato su di un’unica corsia e smistato verso tre uscite.
Ci sono, poi, i lavori di ammodernamento della strada della diga di Tarsia, dove la realizzazione di tre nuove gallerie ha, concretamente, immobilizzato il traffico da e per la direttrice A2/Cosenza. I tempi di attesa al semaforo che regola il traffico su entrambe le direzioni in un’unica corsia sono di almeno 10 minuti (tanto dura lo stazionamento davanti alla lampada rossa al ponte all’altezza dello svincolo di Terranova da Sibari). E se sfortuna vuole che non si centri l’onda verde semaforica per superare i tre impianti installati lungo i 5km e mezzo di Provinciale che separano lo svincolo di Terranova dalla Diga di Tarsia, allora si materializza l’incubo di rimanere incolonnati e di impiegare 30 minuti per attraversare quel minuscolo tratto di strada.
Sono centinaia, infatti, i pendolari che lavorano nell’area di Cosenza e che ogni giorno preferiscono percorrere i 25km in più (50km tra andata e ritorno) della Statale 534, affrontando il rebus dei semafori intelligenti di Sibari, pur di non trovarsi stretti nella “tenaglia” di Tarsia. Con maggiori spese per il carburante, il cui costo, tra l’altro, è lievitato alle stelle. Insomma, piove sempre sul bagnato!