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Impianti semaforici e cantieri sono diventati l'incubo dei pendolari: Sibaritide sempre più isolata

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CORIGLIANO-ROSSANO – La mobilità della Sibaritide è prigioniera dei semafori. È così. Muoversi per raggiungere l’autostrada e, quindi, il resto del mondo è da sempre un’impresa, a causa di strade poco moderne e – ovviamente – poco sicure. A complicare questa situazione, poi, si ci mettono gli impianti di segnalazione luminosi a postazione fissa, come quello del quadrivio di Sibari, e i tanti, tantissimi, che di recente costellano la Statale 106 e le strade provinciali interne oggetto di lavori. Ecco, questi sono diventati una vera e propria trappola.

I tempi di percorrenza, stamani, per raggiungere una qualsiasi località a nord di Corigliano-Rossano sono dilatati di almeno 20 minuti, su una percorrenza base già di per sé lentissima per via dell’inadeguatezza, dicevamo, delle strade principali.

Ci sono lavori in località Santa Lucia, per la realizzazione di una nuova (l’ennesima) rotatoria lungo la statale 106 e l’impianto semaforico fisso non ce la fa a smaltire il traffico incanalato su di un’unica corsia e smistato verso tre uscite.

Ci sono, poi, i lavori di ammodernamento della strada della diga di Tarsia, dove la realizzazione di tre nuove gallerie ha, concretamente, immobilizzato il traffico da e per la direttrice A2/Cosenza. I tempi di attesa al semaforo che regola il traffico su entrambe le direzioni in un’unica corsia sono di almeno 10 minuti (tanto dura lo stazionamento davanti alla lampada rossa al ponte all’altezza dello svincolo di Terranova da Sibari). E se sfortuna vuole che non si centri l’onda verde semaforica per superare i tre impianti installati lungo i 5km e mezzo di Provinciale che separano lo svincolo di Terranova dalla Diga di Tarsia, allora si materializza l’incubo di rimanere incolonnati e di impiegare 30 minuti per attraversare quel minuscolo tratto di strada.

Sono centinaia, infatti, i pendolari che lavorano nell’area di Cosenza e che ogni giorno preferiscono percorrere i 25km in più (50km tra andata e ritorno) della Statale 534, affrontando il rebus dei semafori intelligenti di Sibari, pur di non trovarsi stretti nella “tenaglia” di Tarsia. Con maggiori spese per il carburante, il cui costo, tra l’altro, è lievitato alle stelle. Insomma, piove sempre sul bagnato!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.