Protestano le guardie giurate della Cosmopol, stamani presidio sui cantieri della nuova SS106
Rivendicano il loro diritto al lavoro e soprattutto il rispetto del Patto di legalità. Con loro anche i sindacati Cgil e Uil. Presto la protesta potrebbe spostarsi anche su altri siti strategici: gli ospedali di Co-Ro
VILLAPIANA - Entrano in stato di agitazione le guardie giurate della Cosmopol, la società campana di guardiania armata che ha in appalto la vigilanza di diversi siti strategici del territorio della Sibaritide, dai cantieri del terzo megalotto della Sibari-Roseto per finire alla custodia dei due ospedali di Corigliano e Rossano. Turni lavorativi massacranti, spesso di 12 ore al giorno, riposo settimanale che spesso non si fa, mezzi poco idonei a svolgere il lavoro e, infine, un contratto di lavoro di 24 mesi che oggi non viene rinnovato. C’è un po’ di tutto nella vertenza dei vigilantes della Cosmopol.
Stamani un guppo di 10 guardie si è ritrovato davanti ai cancelli del campo base del Terzo megalotto della nuova statale 106 Sibari-Roseto, a Villapiana per manifestare tutto il loro disappunto nei confronti del "trattamento" riservato a loro dalla società avellinese. Non solo, la presenza dei vigilantes davanti ai cancelli del centro di coordinamento dei cantieri della grande opera stradale che si sta realizzando nell'alto Jonio, è volta anche a sensibilizzare il contraente generale dell'opera, la Webuild-Sirjo, e a trascinarla nella vertenza. E questo perché, a quanto pare, sia la Cosmopol che la grande holding edile nel caso specifico della vicenda delle guardi giurate starebbe contravvenendo ai dettami del Patto di Legalità sottoscritto ad inizio delle attività di cantiere.
Di questo ne sono convinti anche i sindacati. Soprattutto la Cgil e la Uil che stanno sostenendo la protesta degli operatori della sicurezza in una questione che presto potrebbe coinvolgere anche altri siti strategici come gli ospedali spoke di Corigliano-Rossano dove, appunto, la società campana ha in appalto la vigilanza armata del sito e dove, di fatto, sussistono gli stessi problemi lavorativi.