Il Giannettasio perde pezzi: il chirurgo Pata migra all'Unical... per la nuova facoltà di Medicina
Il chirurgo ha chiesto un'aspettativa (non retribuita) di 3 anni per fare il ricercatore all'Università. La nostra Sanità perde un altro pezzo importante nell'era in cui, per arginare l'emorragia dei camici bianchi, si ricorre ai cubani
CORIGLIANO - ROSSANO - L’ospedale Giannettasio perde pezzi. E non ci riferiamo certo all’intonaco o ai mattoni. Il medico chirurgo Francesco Pata, il ricercatore che insieme ad altri due colleghi nel 2020 coordinò lo studio, pubblicato su Lancet, secondo il quale i pazienti affetti da Covid registravano una percentuale più alta di mortalità post operatoria, ha lasciato l’ospedale di Rossano per esercitare il nuovo incarico di ricercatore a tempo determinato presso l’Unical.
Pata infatti ha chiesto la concessione di un periodo di aspettativa senza retribuzione per tre anni con decorrenza dallo scorso 30 dicembre per concentrare le sue forze all’Università della Calabria che ha inserito, nella sua offerta formativa, il corso di laurea in infermieristica.
Il nostro ospedale e tutta la comunità di cittadini non potrà dunque più contare, di sicuro almeno per tre anni, sull’acume e la bravura di un professionista acclarato. La carenza dei medici è, nel nostro territorio, un problema noto che ci trasciniamo da anni. La Regione addirittura, per arginare l'emorragia di camici bianchi, si è affidata ai cubani. Perdere - a questo punto ci auguriamo per un periodo limitato di soli tre anni - un medico eccellente come Pata, è un ulteriore colpo inferto alla nostra Sanità.