Vertenza Simet, i dipendenti licenziati: «Quest'anno per noi non sarà Natale, senza diritti e senza dignità»
«Abbiamo chiesto aiuto a tutte le istituzioni di ogni ordine e grado e di qualsiasi appartenenza politica. Tutti solidali con noi solo sui giornali, con tanto di promesse per un impegno a ricollocare ciascuno di noi, ma solo a parole»
CORIGLIANO-ROSSANO – Riportiamo la lettera aperta che la portavoce di un gruppo di autisti Simet Spa, Elda Renna, scrive al Presidente della Regione.
La situazione, lo ricordiamo, è da tempo critica in casa “Simet”. La regione, che dapprima ha dispensato rassicurazioni, adesso sembra essersi completamente disinteressata alla questione. Tante sono le famiglie che hanno subìto il dramma del recente licenziamento collettivo, le stesse che chiedono di essere ascoltate. A ridosso delle festività natalizie, poi, tutte le mancanze, anche quelle lavorative, diventano più dure da accettare e i disagi economici ingestibili.
«Egregio Presidente Occhiuto, chi le scrive è la porta voce di un gruppo di autisti della Simet SpA, letteralmente scaraventati in mezzo alla strada, probabilmente da un sistema marcio, basato sul puro egoismo di tantissime aziende, che hanno la sfacciataggine di lucrare anche sui lavoratori. Abbiamo chiesto aiuto a tutte le istituzioni di ogni ordine e grado e di qualsiasi appartenenza politica. Tutti solidali con noi solo sui giornali, con tanto di promesse per un impegno a ricollocare ciascuno di noi, ma solo a Parole! I mesi sono trascorsi e dal gennaio 2022 abbiamo fatto l'impossibile per salvare ogni posto di lavoro ed invece niente, il nulla intorno a noi, il deserto assoluto».
«Il 13 settembre – prosegue Renna - il licenziamento collettivo ha investito le nostre vite nel peggiore dei modi, con freddezza, distacco scostante, disprezzo. Il mondo ci è caduto addosso nel menefreghismo totale di tutti! Ed allora tra lacrime e disperazione, chiusa in una stanza ho pensato alle feste sottratte alle nostre famiglie, alle persone che amiamo, i sacrifici delle notti su quell'asfalto freddo e grigio, il ghiaccio, la neve, la nebbia e le 76 vite aggrappate sul nostro collo, messe tra le nostre mani. A farci compagnia spesso era la luna e sempre i fari dei pullman a due piani che guidiamo».
«Abbiamo trasportato le speranze di chi lottava per salvare la propria vita da malattie spesso inguaribili, i sogni dei giovani racchiusi in valige pesanti stracolme di bontà calabresi e di lacrime, obbligati a partire per avere un futuro dignitoso; abbiamo fatto i soccorritori, gli psicologi, gli infermieri, i dottori; abbiamo ascoltato ed aiutato tanti passeggeri. Da un autista ci si aspetta solo che giri il volante del pullman, che arrivi in orario alle fermate. Un autista deve caricare le valigie come fosse un animale da soma. No, ci abbiamo messo passione ed umanità, ogni volta, ogni viaggio, con ogni persona che ha viaggiato con noi...affidando le loro vite nelle nostre mani. Adesso siamo noi a chiedere aiuto a tutti, vorremmo semplicemente continuare a lavorare senza lasciare questi meravigliosi boschi, queste montagne che raccolgono i nostri strazianti silenzi, questo meraviglioso ed immenso mare cristallino, le nostre famiglie, le nostre case, i nostri amati figli».
«Adesso – conclude -siamo noi a mettere le nostre vite nelle sue mani, ci conceda un incontro senza tramite, solo Lei e noi. Lei, il Presidente della Regione Calabria, e noi, cittadini di questa meravigliosa terra che non vogliamo lasciare. Quest'anno per noi non sarà Natale, senza lavoro siamo senza diritti e senza dignità. Aspettiamo fiduciosi una sua risposta. Cordiali saluti».