Crisi energetica, necessario chiudere centri commerciali e punti vendita durante le festività
I sindacati del commercio proclamano uno sciopero per tutte le festività, dal primo novembre 2022 e fino al 6 gennaio 2023: «Si garantirebbe un risparmio energetico, oltre che il giusto riposo per i lavoratori»
CATANZARO - «Nonostante la crisi energetica e le preoccupazioni espresse in maniera decisa e forte dal sistema delle imprese sembra assistere ad un preoccupante scarico di responsabilità che non aiuterà di certo a risollevare la condizione di vita e sociale del nostro Paese. Di fatti, nell’indifferenza della politica e delle Istituzioni regionali, le organizzazioni sindacali Unitarie del settore Commercio e della Distribuzione Organizzata sono per l’ennesima volta costretti dal silenzio e dall’omissione di responsabilità delle parti a proclamare lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori per tutte le festività, a partire dal primo novembre 2022 e fino al 6 gennaio 2023».
È quanto scrivono in una nota stampa Giuseppe Valentino segretario generale della Filcams Cgil Calabria, Fortunato Lopapa segretario generale di Fisascat Cisl Calabria e Caterina Fulciniti segretario generale di Uiltucs Uil Calabria.
«Avremmo gradito e auspicavamo – spiegano - un confronto di merito con la Regione Calabria per governare e determinare le azioni utili, come la chiusura dei grandi centri commerciali e dei punti vendita diffusi in tutto il territorio, al fine di ottenere un notevole risparmio energetico, oltre che garantire il giusto riposo alle lavoratrici e ai lavoratori del commercio. Prendiamo atto che tra le preoccupazioni e le ansie espresse dalla politica e dalle associazioni datoriali e le azioni concrete per cercare di fronteggiare la crisi energetica e contribuire con il proprio impegno e responsabilità al benessere della Nazione, c’è un grande vuoto, oltre che una sostanziale ipocrisia; a meno che chi ha il dovere di assumere delle scelte non pensi che il problema si risolva cuocendo la pasta a fuoco spento piuttosto che abbassando la fornitura alle famiglie».
«Ci vogliono scelte che incidano veramente sul consumo energetico e noi ne indichiamo una da tempo; ci affidiamo alla responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori calabresi, ai quali chiediamo con più determinazione del passato di scioperare per difendere i propri diritti e per il benessere del nostro Paese» concludono.