Via Cerasaro, ora i cittadini chiedono (e sperano) un intervento di bonifica... e scrivono al sindaco
Rimane paradossale una vicenda di allarme igienico-sanitario in stallo da tre anni sbloccata solo per la presenza di due cani mentre iul disagio sociale e di salute in cui vivono le persone è evidentemente troppo complicato da gestire
CORIGLIANO-ROSSANO – Se due cani sono riusciti a conquistare i loro diritti trovando un riparo più decoroso rispetto una casa-discarica, non si vede perché questo stesso diritto non debba acquisirlo sia l’uomo (con «forte disagio piscofisico e alcolista») che da oltre tre anni vive in quella stessa condizione igienico-sanitaria allarmante ma anche tutti quei cittadini che risiedono all’interno di un quartiere che è diventata una vera e propria bomba di degrado.
Siamo ancora a via Cerasaro, nel centro storico di Rossano, dove appena due giorni fa vi abbiamo raccontato i risvolti di una storia che va avanti nel silenzio delle istituzioni da più di mezzo lustro (ne abbiamo parlato qui). Decine di segnalazioni per chiedere un intervento concreto da parte del Comune, dell’Asp e di tutti gli organi preposti a mantenere gli equilibri igienico-sanitari in una comunità, puntualmente caduti nel vuoto oppure – come ci è stato detto da eccellenti rappresentanti dell’Amministrazione comunale – fermati per impedimenti oggettivi («non si può violare la proprietà privata se non c’è una oggettiva incapacità del soggetto interessato»).
Sta di fatto che non si è mai mosso nulla, i disagi sono accresciuti e così anche la salute ambientale e sociale del quartiere è arrivata fino a condizioni inenarrabili (le foto che sono circolate in questi giorni bastano da sole a commentare una situazione davvero incresciosa). Fino a giorno a 22 agosto. La chiave di volta della vicenda, il pretesto per cercare di cambiare le cose lo crea “Stop animal crimes”. L’associazione entra a piedi uniti nella vicenda per mettere in salvo i due cani di quell’uomo dal degrado in cui vivono da anni. Arrivano i volontari, accompagnati dalla polizia municipale e dell’Azienda sanitaria e procedono all’affidamento delle due bestiole.
Il problema per tutti gli altri, però, resta e continua ad essere più persistente che mai. Anche perché chi oggi ha davvero bisogno di aiuto è quella persona che vive in quella casa-discarica. Lo sanno tutti, lo hanno capito tutti. Ma ancora chi di dovere non muove un dito.
E allora, ecco che a scendere in campo – questa volta – sono stati gli stessi residenti del quartiere che attraverso una lettera, con in testa le firme dell’attore Renato Converso e dell’avvocato Lenin Montesanto (che da anni si batte per questa vicenda) insieme ad un’altra ventina di residenti, hanno scritto al Comune di Corigliano-Rossano sono tornati a chiedere una «urgentissima bonifica dei locali di via Cerasaro».
Lo fanno perché la casa-discarica, pur abitata – secondo gli amministratori comunali – da una persona capace di intendere e di volere, rappresenta un pericolo per la salute e l’igiene pubblica. «All’interno – si legge nella missiva indirizzata al sindaco – non c’è un centimetro quadrato su cui camminare senza schiacciare escrementi di topi, di insetti e liquame maleodorante, nonché spazzatura mista a plastica e cartacce, qualche resto di elettrodomestico ecc..»
I residenti, inoltre, segnalano «la presenza di una bombola di gas di cui va verificata la totale sicurezza e che andrebbe in ogni caso eliminata» e ricordano al Comune che quella persona che vive in quella casa-discarica soffre di un «forte disagio psicofisico, è alcolista e ha bisogno di un aiuto concreto». Poi rammentano ancora che in quell’appartamento che in quella casa, ancora, ci sono stati due incendi «il secondo solo poche settimane fa all’alba e domato da un residente del quartiere» e che al piano superiore, appena sopra la casa-discarica, vive una famiglia con una bimba di tre anni. «La camera dove dorme la minore si trova proprio sopra a questo appartamento infestato da topi e degrado».