Dissesto, la manutenzione dei torrenti non si fa perché «manca una convenzione»
La condizione emblematica del Grammisato apre una questione: chi deve fare la manutenzione dei corsi d’acqua? Oliva (Calabria Verde): «Noi pronti ma serve ok da parte del Comune che deve chiede autorizzazioni. Conosciamo bene condizione fiumi»
CORIGLIANO-ROSSANO – La denuncia sulle condizioni in cui versa il torrente Grammisato, che “taglia” a metà il centro geografico di Corigliano-Rossano e altro non è che l’emblema della condizione disastrosa e paurosa di tutti i corsi d’acqua che scorrono nel territorio jonico, ha portato alla luce nuovi elementi. Proprio ieri ci chiedevamo perché – e insieme a noi i cittadini che vivono a ridosso di quelle bombe idrogeologiche -, nonostante la devastante alluvione del 12 agosto 2015, nessuno di è preoccupato in questi anni di manutenere i torrenti e di chi fossero le responsabilità (ne abbiamo parlato qui).
Probabilmente, una risposta a questa domanda noi né i cittadini l’avremo mai. Però cerchiamo di fare chiarezza su quali dovrebbero essere le procedure per mettere mano ai corsi d’acqua che a seguito delle riforme che hanno interessato la gestione patrimonio ambientale sono diventati materia ostica per tutti. Nulla, però, può e deve mandare in deroga la sicurezza soprattutto se a repentaglio ci sono vite umane.
Cosa succede, quindi, nel “Grammisato” ed in tutti (o quasi) gli altri torrenti che solcano il territorio di Corigliano-Rossano, fortemente compromessi dall’alluvione di 7 anni fa? Alla base c’è sicuramente un rimpallo di responsabilità e un fiume di iter burocratici. Abbiamo provato a capirne di più parlando con il commissario regionale di Calabria Verde, l’ente che per conto della Regione Calabria si occupa della manutenzione del patrimonio demaniale, Giuseppe Oliva.
«Sicuramente siamo a conoscenza dello stato in cui versano i corsi d’acqua a Corigliano-Rossano». E già questa potrebbe essere considerata una buona notizia, sintomatico che la sorveglianza idraulica c’è e funziona. «Siamo aggiornati periodicamente sulla condizione dei torrenti, dei fiumi e dei canali» precisa ancora Oliva. Al quale, quindi, chiediamo perché - se c’è consapevolezza di una situazione di oggettivo pericolo – non si intervenga.
La risposta del commissario di Calabria Verde, è chiara quanto disarmante. «Noi – dice Oliva – siamo pronti, abbiamo mezzi e uomini da mettere in campo e fare ciò che va fatto. Mancano però le convenzioni e le autorizzazioni».
Che tipo di convenzioni? «Quella con i Comuni (nel caso specifico del Grammisato con il comune di Corigliano-Rossano) a cui spetta soltanto l’onore di chiedere alla Regione l'intervento, le autorizzazioni necessarie per i lavori nei letti dei fiumi (che in questi casi si danno in tempi celeri) e di rifornire di carburante i mezzi di Calabria Verde».
Quindi se in 7 anni non è stato attuato nessun piano di intervento per mettere in sicurezza e ripulire torrenti come il Grammisato è solo perché mancherebbe una convenzione. Difficile solo ad immaginare una cosa del genere ma a quanto pare è reale. E proprio Oliva ci svela un altro retroscena. «Mesi fa – ci dice il Commissario di Calabria Verde – abbiamo avanzato un programma di risanamento dell’argine del Coscile (altro grande problema da cui si generano le piene devastanti che in più occasioni hanno allagato le contrade Thurio e Ministalla, ndr) sia al comune di Spezzano Albanese che al comune di Corigliano-Rossano avanzando appunto un piano di convenzione. Oggi siamo fermi in attesa che il comune di Corigliano-Rossano firmi quella convenzione».
Insomma, un risvolto nuovo e inedito rispetto alla più complessa vicenda della prevenzione dal rischio del dissesto idrogeologico e particolarmente alla manutenzione dei torrenti, che certamente nelle prossime ore non mancherà di arricchirsi di nuovi sviluppi.