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A Co-Ro la frana di Pantasima minaccia il quartiere Traforo: tutti gli appelli caduti nel vuoto

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CORIGLIANO-ROSSANO – È l’ennesima minaccia di tragedia che il dilagante dissesto idrogeologico del territorio di Corigliano-Rossano sta lanciando alle istituzioni. La frana di Pantasima è un rischio costante, nell’area a monte del centro storico di Rossano. Nessuno sa se e quando si staccherà ma prima o poi – questo è certo – accadrà se non si corre subito ai ripari. E gli effetti potrebbero essere devastanti. Il costone roccioso in “bilico”, infatti, sovrasta il quartiere popolare di località Traforo, nel centro storico di Rossano, ed è attraversato per intero e per circa un kilometro dalla strada provinciale 188 che collega la città jonica alla Sila.

Nel 2014, all’indomani di un primo importante degradamento della frana, vennero fatti dei primi rilevamenti. Vennero, così, applicati dei vetrini di verifica su alcuni punti critici come le opere murarie che sostengono la strada provinciale, utili a capire la direzione del movimento franoso, la sua velocità e i tempi di assestamento.

Nel 2019, a seguito di una inchiesta giornalistica sulla frana, evidenziammo che i vetrini di verifica si erano spaccati, sintomatico che la frana era attiva e necessitava già allora di un tempestivo intervento strutturale di contenimento. Da allora ad oggi, a seguito dell’ennesima verifica fatta stamani, le congiunzioni tra i punti di controllo si sono divaricati ancora di più, arrivando in alcuni punti a superare i 15 centimetri di distacco.

«Ogni sera quando chiudo la porta della chiesa faccio una preghiera affinché quel costone non si stacchi e seppellisca tutti sotto la terra». Sono le parole di don Franco Romano, parroco di San Bartolomeo, la chiesa del quartiere e punto di riferimento per tutti i cittadini della zona.

È da anni che don Franco segnale agli organi preposti e al Comune in primo luogo la pericolosità di quella montagna. «Nessuno però interviene» lamenta il parroco preoccupato e non poco per il costante dissesto idrogeologico a cui è costretto quel versante di roccia che sovrasta la chiesa.

Don Franco, poi, aggiunge un altro elemento al suo racconto. «Da alcuni studi idrogeologici fatti negli ultimi tempi – dice – abbiamo scoperto in quest’area dove sorge la chiesa galleggiamo sull’acqua». Ci dice, addirittura, che quest’anno nel luogo in cui nella settimana santa vengono svolti i riti della Via Crucis vivente, nel piantare le tre croci, «a 20 centimetri di profondità zampillava acqua. E nessuno – precisa – sa dare una risposta a questo fenomeno». Sintomatico, evidentemente, che sia proprio una falda acquifera o una sorgente e provocare il lento (ma nemmeno più tanto) degradamento della collina.

Torniamo ancora al 2014, l’allora comune di Rossano (sindaco Antoniotti) presentò un progetto alla Provincia di Cosenza (responsabile della strada) e alla Regione Calabria (competente in materia di dissesto idrogeologico) redatto dall’ufficio tecnico municipale, realizzabile con un importo di circa 230mila euro, che prevedeva il risanamento dell’intero costone con la realizzazione di un muro di sostegno in cemento armato, alto otto metri e lungo trenta, e di tutte le opere annesse. Di quel progetto, mai finanziato dagli enti sovracomunali, non se ne seppe più nulla.

Tra l'altro quella strada che "attraversa" la frana è l'unica di collegamento da e per la zona montana rossanese (l'altra, la vecchia via d'accesso alla montagna è chiusa e vietata al transito da tempo) che non solo è luogo di villeggiatura estiva ma anche zona di risedenza di tanti cittadini, a partire proprio da Pantasima, per finire a Piana Vernile, Puiana dei Venti, Aria dei Santi, Ceradonna e Toscanello

Insomma, una minaccia vera e propria che pende sulla testa dei cittadini di località che rimangono in attesa di interventi strutturali o, quantomeno, di rassicurazioni… che ad oggi non ci sono.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.