Emergenza sanità, sospese le ferie a tutto il personale dello spoke di Co-Ro
La scelta "semplice" della direzione sanitaria. Intanto da ieri è chiuso il reparto di Nefrologia del “Giannettasio” (troppi contagiati tra medici e infermieri). Situazione incandescente aggravata dalla nuova impennata del Covid

CORIGLIANO-ROSSANO – Probabilmente siamo difronte all’emergenza sanitaria più grande che ci sia mai stata almeno negli ospedali della Calabria del nord-est. Ed arriva in un momento in cui non c’è più alcuna “copertura” legale per reclutare personale straordinario (non c’è più lo Stato di emergenza Covid) mentre i nuovi casi di Sars-Cov-2 continuano ad aumentare e a toccare cifre mai viste prima. E in molti iniziano a chiedersi se non sia il caso – come stanno ribadendo virologi del calibro di Bassetti – di smetterla con la fase conpulsiva dei tamponi e di limitarli solo a quanti hanno sintomi, cercando di curare il Covid come se fosse una malattia endemica e non straordinaria. Anche perché continuando di questo passo, con tantissimo personale sanitario fermo ai box a causa del Covid (spesso asintomatici o paucisintomatici) e gli ospedali che, al contrario, continuano riempirsi di persone fragili affette da svariate patologie e con il grave del virus, si rischia di arrivare a metà estate con il servizio sanitario totalmente paralizzato e con un eccesso di utenza che chiede assistenza e non può essere curata.
I segnali di quella che potrebbe essere un’apocalissi ci sono già e arrivano ancora una volta dagli ospedali spoke di Corigliano-Rossano. Al “Compagna” appena ieri è scoppiato un cluster nel personale medico, infermieristico e socio-assistenziale del reparto di Medicina mentre al “Giannettasio” si è dovuti ricorrere nientemeno che alla chiusura fino a giorno 15 luglio del reparto di Nefrologia, per la riscontrata positività di medici e paramedici. Stessa sorte, a breve, toccherà al Pronto soccorso dove ci sono già le avvisaglie dell’impossibilità di garantire i servizi.
Con tutto questo, poi, stride un’altra emergenza nell’emergenza che è quella dell’impossibilità di reperire personale. Non ce n'è. Si pensi, ad esempio, che proprio nel Pronto soccorso di Rossano, per sopperire all’assenza di alcuni medici fermati ai box dal solito Covid, si è ricorso al reclutamento di alcuni medici provenienti da altre Aziende sanitaria.
Intanto, proprio ieri il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, ha annunciato che chiederà al Ministro dell’Economia misure economiche straordinarie per sopravvenire a questa grave carenza di personale.
Nel frattempo, però, per evitare che le corsie restino vuote di personale, la direzione sanitaria ospedaliera dello spoke di Co-Ro ha optato per una soluzione semplice quanto singolare: la sospensione di tutti i congedi ordinari (le ferie, per intenderci) anche in forma retroattiva. Insomma, la vessazione totale del personale che denota la totale assenza di strategia manageriale. Una soluzione unica nel suo genere, di cui non si ha traccia in altre direzioni sanitarie che soffrono – come tutti – lo stesso problema.
Contro questa decisione, però, i sindacati dei medici sono pronti a dare battaglia. La rivolta è dietro l’angolo. Del resto l’articolo 33 del contratto collettivo nazionale dice testualmente che “Il dipendente ha diritto, in ogni anno di servizio, ad un periodo di ferie...” e non c’è nulla che possa andare in deroga a questo diritto.