«Siamo rimasti in pochi, ce ne andiamo»: così i frati abbandonano il Convento del Crocifisso
Calano le vocazioni. «Con dolore e sofferenza grande abbiamo deciso di concludere il nostro stare in mezzo a voi».Ci troviamo Cutro, dove dopo 400 anni i frati francescani dell'ordine dei minori hanno annunciato la decisione
CUTRO - «Con dolore e sofferenza grande abbiamo deciso di concludere il nostro stare in mezzo a voi». Con queste parole, contenute in una lettera scritta ai fedeli, dopo 400 anni i frati francescani dell'ordine dei minori hanno annunciato la decisione di lasciare il convento del Santissimo Crocifisso di Cutro, nel crotonese.
Annuncio avvenuto alla vigilia della tradizionale festa del Crocifisso che si sta svolgendo in questi giorni. Proprio nel corso della messa celebrata ieri mattina nella piazza del convento del Santissimo Crocifisso, sulla parete del santuario è apparso uno striscione "Cutro è i suoi frati": un appello a rimanere. L'annuncio della chiusura della casa dei Frati minori di Cutro è stato dato dal segretario provinciale Pasquale Comito e dal ministro provinciale Mario Chiarello.
La decisione è stata presa a conclusione del Capitolo provinciale della Provincia dei Santi Martiri di Calabria dei frati minori che si è svolto a Mesoraca, nel convento del Santissimo Ecce Homo, dal 25 al 29 aprile. I frati minori, che sono presenti solo nelle diocesi di Crotone-Santa Severina e di Cosenza-Bisignano, hanno deciso di lasciare Cutro per carenze di organico. La Chiesa è in crisi di vocazioni e gli ordini monastici, soprattutto in alcune zone del mondo (specie quello globalizzato), lo sono ancora di più
«Abbiamo preso consapevolezza - scrivono i frati ai fedeli - che più di due terzi delle nostre forze sono impegnate nella pastorale parrocchiale e che la cittadina di Cutro con le sue esigenze pastorali e le sue potenzialità di servizio che la comunità merita, avrebbe richiesto un impegno numerico, di capacità e di esperienza dei quali al momento non disponiamo». Da qui la decisione di lasciare la parrocchia. «L'alternativa - conclude la lettera - sarebbe stata quella di tamponare ancora ma non ci sembrava giusto non permettere alla vostra comunità di crescere come potrebbe e dovrebbe». Il vescovo di Crotone-Santa Severina, che non ha potere sulle scelte dei frati, ora dovrà nominare un parroco e soprattutto affrontare anche il problema del prezioso Crocifisso ligneo conservato nel santuario che non può restare senza custodi.