Ferrovia ionica, arriva anche il Blues (sarà come lo Swing?) ma non si riescono a stendere 25km di cavo elettrico
Inaugurato a Reggio il nuovo treno ibrido (filo, batteria e diesel) di Trenitalia che viaggerà lungo la ionica dal 2023. La Abate esulta: «restituisce dignità». Intanto sull’elettrificazione della Sibari-Co-Ro la Straface interroga l’assessore Dolce
CORIGLIANO-ROSSANO – La ferrovia ionica è una sinfonia di promesse. Dopo il “detto non detto” dell’ex governatore Oliverio che ad agosto 2018 inaugurò i lavori di elettrificazione della Sibari-Crotone, salvo poi scoprire che l’elettrificazione era solo una trovata pubblicitaria (non è mai esistito il progetto per le sottostazioni elettriche) e che i lavori avrebbero solo riguardato l’ammodernamento dei binari e delle stazioni. Dopo che già nel 2015 sulla stessa linea che da Sibari porta gli ultimi treni ad olio pesante verso il sud della Calabria, Rfi e Regione Calabria avevano introdotto i treni Swing (diesel di ultima generazione) che alle nostre latitudini abbiamo visto passare 3 o 4 volte al massimo. Oggi a Reggio Calabria è stato varato un nuovo treno per la "famigerata" ionica e sempre dal nome molto musicale: dopo lo Swing, infatti, arriva Blues. Si tratta di un treno ibrido a triplice trazione (a seconda delle esigenze): può viaggiare a corrente continua, a corrente alternata oppure a diesel. È l’investimento, di circa 300 milioni di euro, che Trenitalia ha fatto per soddisfare anche le esigenze dei pendolari della Calabria orientale.
Un treno futuristico, fresco di fabbrica, realizzato nei cantieri di Hitachi Rail negli stabilimenti italiani di Pistoia, Napoli e Reggio Calabria. Un convoglio nuovissimo che può raggiungere i 160 km/h di velocità massima e ospitare fino a 300 persone sedute nella composizione a quattro carrozze. «Il design innovativo – si legge nella nota di presentazione del treno su FsNews - sia all’interno sia all’esterno del treno fa del Blues uno dei convogli più all’avanguardia nel mondo del trasporto ferroviario». Tra l’altro è un treno studiato per adattarsi facilmente a quello che il processo di transizione ecologica avendo la capacità di viaggiare sia su binari elettrificati che su quelli di più antica fattura, senza filo.
Una bellissima novità, non c’è che dire, anche in prospettiva futura per la linea ionica (si spera elettrificata), che potrà iniziare a veder viaggiare (ma solo da gennaio 2023) i nuovi treni sulla tratta Catanzaro, Crotone, Sibari. Anche se, a dire il vero, da Rete ferroviaria italiana, in primis, ci aspettavamo che insieme ai nuovi treni futuristici e buoni per ogni stagione ci prospettasse anche il piano di elettrificazione della ionica. Soprattutto della tratta Sibari-Co-Ro (stazione di Rossano) il cui progetto potrebbe essere subito realizzato e anche con una spesa minima (ve ne avevamo parlato qui). Un prolungamento della catenaria elettrica che potrebbe addirittura spingere il Frecciargento fino alla terza città della Calabria rivoluzionando il concetto di mobilità pubblica e a lunga percorrenza che si ha da queste parti.
Una idea possibile e concreta ma che probabilmente si è arenata nei campanilismi della politica. Ad eselutare – per esempio – per il nuovo Blues che da gennaio dell’anno prossimo dovrebbe viaggiare anche sulla ionica c’è la senatrice Silvana Abate («un impegno assunto e mantenuto che restituisce dignità al territorio ionico»). La stessa che è stata l’artefice dell’arrivo del primo treno veloce nella Calabria del nord est. Tanto merito e applausi a scena aperta per questo. Salvo però una sua incomprensibile piroetta verso l’altrettanto veloce elettrificazione della Sibari-Co-Ro. Per la Abate è un’idea malsana che addirittura rischierebbe di far scomparire il Frecciargento Sibari-Bolzano. Perché?
Allora, per far sì che questa idea si concretizzi, c’è qualcuno che sta tentando la via della Regione. Nei giorni scorsi avevamo registrato la posizione del consigliere regionale del M5S Davide Tavernise, il primo a drizzare le antenne e l’attenzione pubblica sull’elettrificazione “estemporanea” della Sibari-Co-Ro. Oggi a riguardo, però, arriva anche un’interrogazione all’assessore alle infrastrutture calabrese, Mauro Dolce, da parte della consigliera di Forza Italia, Pasqualina Straface, che chiede all’amministratore regionale «quali iniziative intenda realizzare la Regione al fine di intervenire per rendere fattibile un intervento che… darebbe un segnale di attenzione forte verso il comprensorio e la città di Corigliano-Rossano».
Questo mentre dalla sede municipale della terza città della Calabria tutto tace. Non più una parola sul nuovo tracciato della Statale 106 (che da primo progetto della strada ionica sta lentamente scendendo la graduatoria) e nessuna posizione assunta nemmeno sulla vicenda della ferrovia.