Quando l'amore non conosce confini: a Castrovillari le nozze tra due detenuti per la prima volta al penitenziario
È la prima volta che nel penitenziario "R. Sisca" si celebra un matrimonio tra detenuti, alla presenza del direttore Carrà, dei familiari e dei compagni. Le nozze sono state officiate dal sindaco Lo Polito
CASTROVILLARI - L'amore non conosce confini riuscendo ad attraversare il tempo e lo spazio, superando ogni confine, anche se si tratta delle sbarre di una cella.
E così è stato anche al penitenziario "Rosetta Sisca" della città del Pollino dove, nel salone della sezione femminile, è stato celebrato il matrimonio civile tra due detenuti che si sono conosciuti nel chiasso delle vite racchiuse tra quattro mura. Proprio qui, proprio così, è nato questo amore, la cui unione è stata officiata dal sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito.
Alla cerimonia, a cui non poteva mancare anche la torta nuziale, erano presenti i familiari dei nuovi coniugi e le compagne della sposa che hanno gioito, tutti insieme, come merita ogni unione degna di questo nome.
Dalla nascita del penitenziario, non si era mai registrato prima d'ora un simile evento preceduto, tra l'altro, dalle pubblicazioni in Comune come da prassi: «Il matrimonio è il viaggio di scoperta più importante che l'uomo possa compiere - ha dichiarato il direttore della casa circondariale, Giuseppe Carrà, anch'esso presente alla cerimonia - e la valenza di tale evento, all'interno di un luogo ritenuto non-luogo, focalizza l'attenzione sull'individuo e sui valori di cui esso è portatore, sui suoi sentimenti e sulla capacità di leggere il bene anche nelle condizioni più sfavorevoli».
Un esempio di civiltà e di possibilità per i detenuti che nel carcere possono individuare un'altra strada da percorrere per risanare i propri errori e quale potrebbe essere la migliore se non quella dell'amore.