Co-Ro, la pantomima della mensa scolastica: il comune rescinde con Siarc ma non trova un sostituto
In città continuano ad accadere cose originali e inedite. A quasi un mese dall’interruzione dei rapporti con la ditta appaltatrice, la stessa continua ad erogare i servizi (e «a non pagare i dipendenti»). Perché? La denuncia dei sindacati
CORIGLIANO-ROSSANO – Quando si annulla il piano A bisogna avere subito pronto il piano B. È la legge delle strategie ma anche dell’amministrazione della cosa pubblica. Corigliano-Rossano, invece, continua a riservare situazioni inedite, originali, al limite – si può dire – del paradossale. La vicenda della mensa scolastica, sicuramente, è una di queste situazioni.
Già a novembre scorso (leggi qui la notizia) i genitori si erano messi sul piede di guerra per contestare con forza la non qualità del servizio. Forte della protesta l’allora neo-assessore all’Istruzione, Alessia Alboresi, aveva preso la palla al balzo per annunciare la fine anticipata del rapporto con l’azienda che gestiva (e che paradossalmente lo gestisce ancora!) il servizio (leggi qui). Sulla stessa scia del suo assessore, in un possente giocoforza, anche il sindaco Stasi che al grido «il benessere dei bambini è al primo posto» decideva di rescindere il contratto (leggi qui). Era il 28 gennaio scorso. Poco più di un mese fa. Ovviamente non sono mancate nemmeno le “difese” della Siarc che nella circostanza delle parole del sindaco («troppo offensive per una società leader nel settore della ristorazione in Calabria» queste le parole di Simona Albano) aveva addirittura denunciato di procedere ad un risarcimento danni per oltre 5 milioni di euro (leggi anche qui). Insomma, una serie di batti e ribatti, di promesse e minacce, in una lunghissima pantomima che da quel novembre 2021 vede ancora una volta subire i cittadini contribuenti. E in questo caso i piccoli alunni delle scuole che usufruiscono della refezione.
Già la cronistoria dei fatti è di per sé grottesca. Rasenta il bizzarro, invece, quello che oggi denunciano i sindacati: Cgil e Uil in particolare. Pare, infatti, che a distanza di 20 giorni dalla rescissione del contratto (ma i giorni sarebbero di più) la defenestrata Siarc (accusata dall’Amministrazione comunale di «inefficienze e carenze in termini di qualità e quantità del cibo») continui a mantenere il servizio in regime di proroga. E questo perché all’Esecutivo Stasi è mancato un “Piano B”. La ditta arrivata seconda alla gara d’appalto ha rifiutato di subentrare, mentre di una nuova gara (che già avrebbe tempi lunghissimi di svolgimento) ancora non se ne parla. Almeno, noi (e quanto pare nemmeno i sindacati) non ne sappiamo nulla.
Insomma, non è cambiato niente. Con l’effetto che i vecchi problemi non solo sono rimasti, quanto si sono acuiti in modo disperato.
«Non fossero sufficienti i mancati pagamenti delle maestranze (praticamente tutti part time e monoreddito) – scrivono oggi Andrea Ferrone (Cgil) e Luciano Campilongo (Uil) - dallo scorso mese di novembre si è aggiunto lo stallo assoluto da parte del comune; a 20 giorni dalla rescissione del contratto con Siarc, l’ente paradossalmente continua - di fatto - a delegare alla medesima azienda la gestione del servizio».
«Non passa giorno che non venga segnalato un problema legato al ritardo nella consegna dei pasti alle scuole, alla mancanza di attrezzature e mezzi, a molte e varie altre carenze». Ad oggi, tra l’altro «non hanno sortito alcun effetto» nemmeno gli S.O.S. che i sindacati hanno lanciato alle Istituzioni affinché intervenissero per sbrogliare la matassa. Tant’è che della vicenda, proprio ieri, si è deciso anche di interesse nuovamente il Prefetto.
La questione è duplice: il disservizio per gli alunni da un lato, il mancato pagamento salariale per i lavoratori, dall’altro. A proposito nell’incontro del 28 gennaio tenutosi in Prefettura a Csenza, la Siarc aveva preso formale impegno («disatteso per quasi tutti i lavoratori») di pagare la mensilità di dicembre. «Allarmante l’assenza di prospettiva dell’ente appaltante (il comune) – precisano ancora i sindacati - che, a quanto è dato sapere, non riesce a fare passi avanti».
Per tali ragioni le Filcams Cgil Pollino Sibaritide Tirreno e UIL saranno a fianco di lavoratrici e lavoratori nelle prossime manifestazioni di protesta, programmate già dalla prossima settimana. «Chi lavora – concludono - va rispettato, ai piccoli utenti (i bambini delle nostre scuole) occorre assicurare un servizio dignitoso e puntuale». Ma anche ai genitori e alle famiglie, ci sentiamo di aggiungere, sulle quali grava il balzello e l’onere del pagamento dei ticket mensa per un servizio che – nonostante le promesse – continua a rimanere deficitario.