Caos mensa scolastica: «Portatevi il panino da casa». E intanto divampa la protesta
Dopo la risoluzione anticipata del contratto, la Siarc si tira indietro, i dipendenti rischiano il posto e il comune invita le famiglie «ad avvalersi del pasto domestico». L'assurda vicenda di un servizio che politicamente è stato gestito malissimo
CORIGLIANO-ROSSANO - Dipendenti della mensa scolastica incatenati davanti al comune e famiglie costrette (nonostante abbiano pagato il servizio) a mandare i loro figli a scuola con la gavetta o un panino. È questo l'epilogo di una vicenda che è nata con un impulso marcatamente populista (rescindere anticipatamente il contratto con un'azienda senza avere in tasca il piano B non ha giustificazioni) e che oggi rischia di finire nel peggiore dei modi: con i bambini senza pranzo, le famiglie e le scuole scontente e i dipendenti dell'azienda che rischiano di perdere il posto in un momento di grande crisi economica.
Stamattina, infatti, una ventina di dipendenti della Siarc, senza stipendio da tre mesi e soprattutto senza prospettive si sono incatenati davanti al portone d'ingresso della sede del municipio di Rossano centro storico. Chiedono non solo il pagamento degli stipendi ma soprattutto qual è il loro destino: «Non sappiamo ad oggi se siamo licenziati, se siamo in cassa integrazione, se verremo riassunti da qualcun altro... Non sappiamo nulla e in questo momento storico così difficile e particolare rimanere senza lavoro è la situazione più brutta».
Possiamo dire che la gestione politica di questo servizio è stata pessima (leggi qui l'antefatto). È da novembre che si parla nelle stanze del comune di soluzione alternativa ma oggi siamo quasi ad aprile e ancora l'Esecutivo è in attesa di effettuare una "gara ponte" fino alla fine dell'anno scolastico. «Gara alla quale - sostengono i lavoratori - non parteciperà nessuno perché mancano appena due mesi al termine dell'anno scolastico».
Intanto, la pezza dell'amministrazione comunale alla situazione attuale sembra peggiore del buco. Dopo che lo scorso 18 marzo la Siarc ha comunicato l'impossibilità nel proseguire l'erogazione del servizio di refezione (quello stesso servizio che è sotto il bersaglio delle critiche da novembre 2021), l'esecutivo civico ha convocato le scuole e una rappresentanza dei genitori. «A fronte della situazione in atto, in un'ottica di collaborazione e, nel rispetto dell'autonomia scolastica, l'Ente - si legge in una nota del Comune - invita i dirigenti a voler consentire ai genitori di avvalersi del pasto domestico nel periodo di svolgimento della gara ponte, a far sì che la consegna del pasto sia consentita in una finestra temporale idonea con le attività didattiche, che lo stesso rispetti le normative di sicurezza ed igiene ed apporti il giusto apporto nutritivo e calorico, come proposto dall'Asp. A supporto della comunità scolastica in questo periodo, fino al nuovo affidamento del servizio di refezione, l'Ente si rende disponibile a garantire - se richiesto dal singolo istituto comprensivo - un contributo, funzionale a mitigare i disagi per le famiglie». Insomma, una situazione di indubbio imbarazzo. Sicuramente non voluta ma che porta con sè il peccato originale di assoluta mancanza di programmazione.