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Inchiesta Sibari-Co-Ro: i due progetti messi allo specchio

5 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Nella prima parte della nostra inchiesta che sta ripercorrendo passo passo i 25 kilometri di strada Statale 106 che collegano Sibari alla periferia sud-est di Corigliano-Rossano, abbiamo certificato il fallimento dello Stato sul territorio della Calabria del nord-est. Anche in tema di mobilità. Decine di milioni di euro spesi per realizzare rotonde e guard-rail negli ultimi decenni senza, di fatto, aver affrontato e risolto due dei grandi problemi che affliggono questa strada: la sicurezza e la capacità di movimento del territorio. Sulla “Centosei” si continua a morire come e più di prima e i tempi di connessione tra Corigliano-Rossano, la bassa Sibaritide ed il resto del mondo sono preistorici.

Grazie alla fusione di Corigliano e Rossano (non per altro, perché fino ad oggi ogni discussione era rimasta solo in predicato) oggi si ritorna a parlare concretamente, anche senza non poco imbarazzo nelle stanze del Governo per un’opera che doveva essere realizzata almeno 10 anni fa, di nuova Statale 106 e principalmente – adesso – di un tracciato che possa consentire nuova, veloce, sicura e moderna viabilità con le direttrici principali del Paese.

In realtà a Co-Ro e, di conseguenza, al resto del territorio che scende verso Crotone basta poco per accorciare tempi immensi. Basterebbe, in prima battuta, che quei 25 km, che oggi sono una trappola mortale condita da 110 svincoli a raso, zero sicurezza e una marea di rotatorie, venissero ammodernati. Come? Sulla sede stradale attuale è praticamente inimmaginabile. E allora, si vagliano ipotesi più o meno concrete e realizzabili. 

Due progetti allo specchio

Quali? Sostanzialmente ci sono due proposte di Anas, al vaglio del Governo e delle Istituzioni locali. La prima, risalente ad un progetto preliminare del 2005 (ed il cui iter si arenò praticamente subito dopo l’approvazione dei Comuni non arrivando nemmeno sui tavoli del Cipe) e che riguarda proprio il lotto Sibari-Co-Ro inserito nell’allora Megalotto 8 (a proposito, i megalotti progettuali non esistono più da qualche anno ormai, proprio per un cambio di visioni e prospettive dato nella programmazione delle grandi opere dello Stato). La seconda proposta, invece, è quella di cui sti sta parlando negli ultimi tempi. È più attuale, del 2021, freschissima di progettazione (questa definitiva) che è stata presentata nell’aprile scorso e che di fatto prevede la realizzazione di un corridoio stradale-ferroviario lungo la ionica.

Abbiamo messo allo specchio le due proposte di tracciato, una pedemontana e l’altra a valle, ed ecco cosa abbiamo scoperto. Entreremo, ancora una volta, nelle carte ufficiali, nei bozzetti dei progetti e nei numeri (anche questi ufficiali) di due grandi idee che tanto stanno facendo discutere l’opinione pubblica. Partiamo subito, come dicevamo, dal loro raffronto.  

Percorsi e distanze

I due percorsi si differenziano tra loro principalmente per un aspetto: la distanza dalla costa e, quindi, dalle aree economiche e di sviluppo nevralgiche della grande città di Corigliano-Rossano e del territorio. Il tracciato del 2005, dicevamo, è un tracciato pedemonatano che attraversa tutta l’area compresa tra i centri storici di Corigliano e Rossano e i rispettivi scali, percorrendo a monte contrada Piragineti. Mediamente è distante dalla linea di costa 6km in linea d’aria, arrivando a punte di 10km, e a 3,5km di distanza dall’attuale tracciato della Statale 106 che, in proiezione futura, sarà quella strada che assorbirà tutto il traffico urbano.

La proposta del 2021, invece, sfrutta la “permeabilità” territoriale del tracciato ferroviario, quindi passando a valle. La sua distanza media dal litorale è di 2,5km e di appena 1,5km dall’attuale tracciato della SS106, mentre gli ultimi 4 kilometri del tracciato da nord a sud ripercorrono fedelmente il percorso odierno considerato che da Rossano a Coserie esistono tutti i margini per l’ampliamento delle carreggiate.

Questo rapporto di distanze dalla costa delle due proposte, evidenzia, ovviamente, dei pro e dei contro che alla fine dovranno essere messi sul piatto della bilancia in una scelta che, però, oggettivamente sembrerebbe essere già tracciata. Considerando le diverse variabili che incidono sulla utilità di entrambe le strade.

Il raddoppio ferroviario e il bypass degli scali di Corigliano e Rossano

Se la proposta del 2005 si realizzerebbe in un territorio infrastrutturalmente e urbanisticamente vergine, non lo si può dire per il tracciato del 2021. Ma quest’ultimo aspetto non per forza è un punto di debolezza se si riuscissero a superare alcune criticità che al momento creano non poche reticenze. In realtà da mettere in chiaro ci sono due aspetti: quanto la creazione di una strada a doppia corsia parallela alla ferrovia inficerà sull’eventuale raddoppio dei binari della ionica e, poi, come si intende bypassare i due scali di Corigliano-Rossano atteso che la linea del percorso ad oggi taglia in due alcune principali aree urbanizzate come Santa Lucia e Frasso Amarelli.

«Non permetteremo ad Anas di secare in due gli scali di Corigliano-Rossano con un tracciato che non si vedrebbe nemmeno nel Terzo Mondo». Questa la posizione chiara e cristallina del sindaco Flavo Stasi ribadita appena ieri nel corso de L’Eco in Diretta, il talk del lunedì dell’Eco dello Jonio. Quindi, si attendono chiarimenti ed eventuali proposte migliorative da parte di Anas per superare questo impasse che può essere preclusivo dell’intero progetto.

Evidenziato tale aspetto, che è il grande neo e dilemma della proposta 2021, ci sono poi altre considerazioni da fare rispetto alla validità di questo progetto rispetto a quello del 2005. Le linee strategiche urbane che si stanno andando a formare con il nuovo Piano strutturale associato del territorio, ovviamente propendono per uno sviluppo lungo costa. E questo perché nelle aree a valle sorgono le tre aree industriali della città (Torre Voluta/Torricella – Cutura/Enel – Sant’Irene), il grande porto ittico-commerciale-turistico di Schiavonea, l’ospedale di Insiti, il parco archeologico di Sibari (nel comune di Cassano Jonio ma vicinissimo a Corigliano-Rossano) e poi ovviamente tutte le aree a sviluppo turistico.

Le distanze dai punti nevralgici di sviluppo

A fare da bussola sono sempre le distanze ed il posizionamento corografico dei due tracciati. Abbiamo messo a confronto le distanze in linea aerea tra i percorsi delle due proposte con i punti di interesse sopracitati da nord a sud.

Parco Archeologico di Sibari: proposta 2005 (10km) - proposta 2021 (2km);

Area industriale Torre Voluta/Torricella: proposta 2005 (11km) – proposta 2021 (1km);

Porto di Corigliano-Rossano: proposta 2005 (7km) – proposta 2021 (2,5 km);

Area industriale di Sant’Irene: proposta 2005 (2,4 km) – proposta 2021 (di fianco);

Area industriale Cutura/Enel: proposta 2005 (2,5 km) – proposta 2021 (700 metri);

Ospedale di Insiti: proposta 2005 (3,5km) – proposta 2021 (150 metri). A proposito, è opportuno evidenziare che la presenza di uno svincolo autostradale prossimo ad un grande ospedale è essenziale per i tempi di soccorso.  

Il grande dilemma delle strade di connessione interne

Ma ad ogni distanza aerea bisognerà far corrispondere anche delle soluzioni via terra per mettere in connessione il nuovo tracciato con i punti nevralgici di sviluppo. E qui sorge un altro grande dilemma che nella discussione finora in atto non ha avuto alcuna rilevanza. I 25km della Sibari-Co-Ro sono intersecati da oltre 20 strade extraurbane di competenza della Provincia (18) e del Comune. La scelta del tracciato giusto, tra la proposta 2005 e quella 2021, non può non tenere in considerazione questo fondamentale aspetto.

A cosa servirà costruire una nuova 4 corsie se poi sarà collegata al nulla?

Nell’ipotesi del tracciato del 2005 ci sono da considerare gli ammodernamenti e la messa in sicurezza di tantissime strade provinciali come la SP 252 (Cantinella-Tarsia), le SP 178 e 173 (tra Apollinara e Ricota Grande) o ancora la SP 195 (quella di Insiti sulla quale solo per realizzare un sovrappasso ferroviario si stanno impiegando oltre 30 anni!) o, infine, le precarissime SP 250 e 192 che collegano il centro storico di Rossano allo Scalo.

Volendo rimanere nell’orbita del reale il tracciato del 2005 potrebbe essere ampiamente compromesso dalle opere collaterali da realizzare. Anche perché è difficile pensare che Anas possa accollarsi l’onere di costruire complanari e banchine d’accesso lunghe decine di kilometri andando a rivoluzionare l’assetto viario delle città.

Chi ammodernerà queste strade secondarie di accesso alla nuova SS106? Il dilemma è tutto da chiarire dal momento che per farlo ci vorranno anni e tantissimi soldi pubblici. Differente per il progetto 2021 che, oltre ad essere più vicino ai centri di interesse, viaggia vicinissimo anche all’attuale statale 106 con una canalizzazione del traffico che potrebbe essere gestita in modo più semplice e reale.

(CONTINUA…)  

L’INCHIESTA: UN VIAGGIO LUNGO 25KM SULLA SIBARI-CO-RO:

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.