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Statale 106, una strada fuorilegge. Nel tatto Sibari-Co-Ro 110 svincoli a raso. Ecco i dati

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Tanti ne parlano in queste settimane, alcuni però senza reale cognizione. Abbiamo fatto un’inchiesta sulla Statale 106, la strada della morte, quella che mette in collegamento Sibari e le altre vie di collegamento nazionali con Corigliano-Rossano. Abbiamo raccolto dati e una serie di elementi che ci auguriamo possano essere utili a contribuire alla discussione che in queste settimane è ritornata a vivere negli ambienti politici e nell’opinione pubblica rispetto alla necessità, ormai non più procrastinabile, di addivenire ad un ammodernamento della centosei.

Lo abbiamo fatto perché una grande città, la terza più grande della Calabria non può sperare di sviluppare le sue ambizioni su una mulattiera. E siamo partiti dai dati scontanti; dal dare consistenza e forma a quelli che fino ad oggi, nella percezione dei cittadini, sono solo degli stereotipi.

Nella prima puntata di questo viaggio, lungo 25 kilometri, abbiamo un po’ scoperto l’acqua calda ma con dati alla mano che testimoniano e certificano la pericolosità e l’inadeguatezza di una strada che per Co-Ro ed il basso Jonio cosentino continua a rimanere l’unico budello di connessione con il resto della regione e del Paese. La Statale 106 è una strada pericolosa, lo sanno anche le pietre. Il tratto tra Sibari e Rossano sud è una trappola mortale, e anche questo – purtroppo – è un dato pacifico che constatiamo quotidianamente aggiornando un elenco infinito di vittime.

In pochi, però, conoscono esattamente i numeri di questa pericolosità e di una strada che è letteralmente fuorilegge.

Proprio così, una strada che dall’incrocio di Sibari e fino alla nuova rotonda di Lampa Bucita andrebbe chiusa perché non rispetta i criteri di sicurezza. E questo non da oggi ma dal lontano 2001. Da quando un Decreto Ministeriale (il N.6792) stabilisce le “norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”.

Due indicatori su tre non sono a norma

La “nostra” Statale 106 è una strada classificabile nella cosiddetta categoria C1. Cosa significa? Per il DM 2001 questa tipologia di strade presenta una sola carreggiata con due corsie da 3,75 metri di larghezza l’una e altrettante banchine da almeno un metro e mezzo di larghezza. Fin qui, nulla osta. Basta però andare a spulciare altri due indicatori per notare subito le gravi contraddizioni che insistono su questa arteria di connessione: la tipologia degli accessi di innesto ed il volume di traffico. E sono proprio questi due indicatori che stanno alla base della maggior parte degli incidenti mortali e delle contraddizioni di questa grande via di comunicazione.

110 svincoli non abusivi ma senza margini di sicurezza

Lungo i 25 km che insistono tra il bivio di Sibari (Impianto semaforico Laghi di Sibari) e la rotonda di Lampa Bucita (km0 della Statale 106 bis nella periferia sud-est di Rossano) si contano ben 110 svincoli. Ma se il DM 2001 prevede la presenza di innesti sulla carreggiata, le norme contenute al suo interno prevedono che questi siano accompagnati da dimensioni minime del trapezio di accesso (dimensioni previste, tra l'altro, anche dall'art.22 del Codice della Strada). Ci sono? Assolutamente no. Almeno per il 90% degli incroci che si contano in questo tratto di strada. Così come, in molti casi, non viene nemmeno rispettata l’interdistanza minima di 300 metri che dovrebbe esserci tra uno svincolo e l’altro. Ed è il primo grande semaforo rosso.

Un volume di traffico esorbitante

Poi c’è l’altro dato, relativo alla consistenza del traffico. Anche in questo caso il DM 2001 parla chiaro. Su una strada di categoria C1 la capacità di servizio dovrebbe essere entro e non oltre il limite massimo dei 600 veicoli ad ora per ogni corsia di marcia. Facile intuire che anche questo dato è fuori ogni limite consentito. Infatti lungo la tratta Sibari-Co-Ro la portata media del traffico è di 630 veicoli ad ora per corsia (media si intende che spesso il volume è molto più alto). Se si analizza, invece, il traffico nel solo tratto urbano di Corigliano-Rossano (area industriale di Corigliano compresa) il dato schizza a 800 veicoli ad ora per corsia. Fuorilegge!

Siamo andati a fondo in questi numeri, facendo una ricerca sui dati-traffico riportati sul sito di Anas Spa per capire meglio la loro consistenza. E abbiamo notato come sul tratto urbano corissanese viaggiano quotidianamente (su una stima effettuata in 361 su 365 giorni l’anno) ben 7.353 mezzi al giorno di cui 560 sono solo mezzi pesanti.

Ammodernamento subito e senza perdere altro tempo

Sono dati, insomma, che confermano – semmai ce ne fosse stato bisogno – come sia necessario consentire ai cittadini della terza città della Calabria e della fascia costiera nord-orientale di viaggiare su strade non solo sicure ed europee ma anche legittime. La discussione sull’ammodernamento della Sibari-Co-Ro è apertissima e non può non esserlo, soprattutto alla luce di questi ultimi ed allarmanti dati che cristallizzano una condizione di emergenza e pericolo costante.

Si discute dei progetti del nuovo tracciato, quello del 2005 (il vecchio megalotto 8) che transita a monte dei centri abitati e quello a valle del 2021 che creerebbe un corridoio stradale-ferroviario a servizio della grande città. Abbiamo raccolto dati anche a questo riguardo, sulla fattibilità, sui costi, sull’impatto ambientale e sulla concreta possibilità di realizzazione dell’uno e dell’altro. Ve li illustreremo nelle prossime puntate della nostra inchiesta.

(CONTINUA)

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.