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Efficacia vaccini, una pletora di "talebani" con la verità in tasca: discussioni infuocate

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CORIGLIANO-ROSSANO – Dopo il caso di contagio Covid-19 di un medico (paucisintomatico e non ospedalizzato)  del Pronto soccorso dell’ospedale spoke di Corigliano-Rossano, che aveva effettuato a gennaio scorso la doppia vaccinazione (leggi qui la notizia), in città si è riacceso il dibattito tra pro-vax e no-vax o più semplicemente tra chi ha già fatto il vaccino e chi invece è tra quelli “io non lo farò maiiiiiiii”.

In mezzo, poi, ci sono quelli (tanti) che ancora aspettano per timore e paura e, soprattutto, perché il mainstream, di questi tempi, tutto sta facendo tranne dare una linea coerente e decisa. Dalla durata dei green-pass (sui tempi di validità che criterio si stabilisce?) per finire alla efficacia degli stessi vaccini. C’è un peccato di comunicazione di fondo che è pure ammissibile in un momento in cui le evoluzioni della malattia, delle cure e delle soluzioni anti-contagio sono in costante aggiornamento.

Allora la domanda sorge spontanea: la doppia dose del vaccino protegge dal virus? Tra “talebani” no-vax e “integralisti” pro-vax c’è una confusione parossistica. Ognuno dice la sua – ci mancherebbe – spinti ormai da un senso di partigianeria che non lascia spazio a confronti e a dialoghi costruttivi. Ognuno, tra “talebani” e “integralisti” (che poi sono la stessa cosa detta in modo diversa) crede di avere la verità in tasca. Mentre chi vuole più certezze e che ormai – data la babele imperante - non si fida più nemmeno delle parole degli scienziati, rimane nelle sue paure… e forse anche senza vaccino.

A rispondere alla domanda che quasi tutti ci siamo posti stamattina dopo la storia che ha coinvolto il medico di pronto soccorso arriva a “fagiolo” un articolo de Il Messaggero dello scorso 3 agosto. Uno studio israeliano – che per primi si sono trovati a fare i conti i contagi post vaccino - ha provato a fare luce su quello che è l'identikit dei vaccinati, con due dosi, e che poi si sono infettati. «Secondo lo studio basato su 11.500 operatori sanitari in Israele - come riportato da Il Messaggero - si è arrivati alla conclusione di affermare che coloro che si ammalano anche con la doppia dose di vaccino anti-coronavirus sono le donne e hanno in media 40 anni».

A tal proposito, gli scienziati sono al lavoro per capire in che misura ci si possa infettare dopo aver ricevuto le due dosi del preparato e cosa succede al corpo. Anche in Italia l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha avviato un’indagine sul tema: «su 2.900 vaccinati contro il Covid, circa 40 si sono infettati, ovvero l’1,5%. Come ha spiegato Carlo Federico Perno, direttore di Microbiologia e virologia del centro capitolino, in questi soggetti è stato osservato che “la presenza del coronavirus rimane confinata al naso e alla rinofaringe“, ovvero il retro del naso».

Quindi anche con la doppia dose di vaccino ci si può infettare – e questo pare lo sapessimo già un po’ tutti – ma quello che questi casi provano è che i vaccini abbattono letteralmente il rischio che la malattia si aggravi spingendo i contagiati ad essere ospedalizzati o addirittura alla morte. La prova arriva dai nostri reparti ospedalieri. A Corigliano-Rossano, dove rimane attivo l’unico Polo Covid dell’intera Asp di Cosenza, ad oggi ci sono 8 persone ricoverate per Covid-19 (variante delta) e tutte prive della copertura vaccinale.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.