Anche i docenti di diritto umano vogliono il giudice Gratteri alla guida della Procura nazionale Antimafia
Nel giorno del 38esimo anniversario della strage di via Scobar a Palermo, il presidente del Comitato Cnddu, Romano Pesavento, rilancia a e sostiene la candidatura del magistrato: «unico modo per proseguire una vera lotta alle mafie»

ROMA - Il 13 giugno 1983 cadeva vittima di un agguato da parte dei sicari di Cosa nostra mentre a bordo della sua auto di servizio stava percorrendo via Cristoforo Scobar a Palermo, il capitano dei carabinieri Mario D’Aleo con i suoi collaboratori Giuseppe Bommarito e Pietro Morici. Oggi ricorre 38esimo anniversario della strage. E proprio in questo giorno il Comitato nazionale dei docenti di Diritto Umano sostengono la candidatura del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, alla guida della Procura nazionale Antimafia.
«La storia giudiziaria di quel tragico 13 giugno - scrive il presidente del comitato, Romano Pesavento - dimostrò che i mandanti dell’assassinio erano i boss Michele Greco, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Giuseppe Farinella e Nenè Geraci; mentre ad eseguire l’omicidio furono Michelangelo La Barbera, Salvatore Biondino e Domenico Ganci».
Mario D’Aleo era impegnato in indagini molto delicate che riguardavano la cosca di San Giuseppe Jato, guidata da Bernardo e Giovanni Brusca. E proprio su quest’ultimo aveva avviato delle procedure ispettive per accertare la qualità dei rapporti esistenti tra famiglia brusca e la società produttrice di calcestruzzi "Litomix S.p.A.", che premeva anche ad Angelo Siino (soprannominato il "Ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra").
Subito dopo l’attentato furono conferite, sotto la Presidenza della Repubblica di Sandro Pertini, tre medaglie d'oro al valor civile per ricordare il sacrificio e il coraggio dei carabinieri morti nell’attentato.
«In una giornata così importante per le Forze dell’ordine e per la lotta alla criminalità organizzata - aggiunge Pesavento - è stata dichiarata dal dottor Nicola Gratteri l’intenzione di presentare domanda per l’incarico a procuratore nazionale antimafia. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani auspica che la richiesta possa essere accolta per il bene del Paese. Ci auguriamo - conclude la nota - che i giovani possano trarre spunto dalla dedizione con cui simili uomini hanno condotto la lotta alla criminalità organizzata in modo esemplare, anche documentandosi sulle vicende storiche e attuali adeguatamente».