Guardia medica e 118, è giunto il momento di restituire dignità ai medici
Il direttore sanitario dell'Asp di Cosenza, Martino Rizzo, pone un inciso che potrebbe fare da spartiacque: «Siamo in una congiuntura economica favorevole. Bisogna modificare i contratti di questi medici». E poi annuncia come cambieranno le Usca
CORIGLIANO-ROSSANO - Per cambiare le sorti della sanità territoriale basterebbe davvero poco: prima dei grandi progetti, come può essere il nuovo ospedale della Sibaritide, prima della doverosa e opportuna riforma del sistema sanitario calabrese. Basterebbe, in modo molto semplice, riorganizzare l'esistente e dare giusto valore e dignità a chi opera nel mondo dell'assistenza ai malati: i medici.
Nelle ultime settimane abbiamo parlato dei grandi disagi che stanno vivendo i centri periferici a causa delle chiusure che stanno interessando poliambulatori e guardie mediche. Ancora prima abbiamo denunciato la condizione lavorativa allucinante alla quale sono costretti i sanitari del 118. Bene, per rispondere a questi due problemi, che sono disagi per i medici ma che rappresentano un grandissimo handicap per le comunità, ci sarebbe una soluzionie semplice ed estemporanee, quanto efficace: «bisogna adeguare i contratti di lavoro».
A dirlo non è un sindacalista, tantomeno un soggetto interessato, bensì il direttore sanitario dell'Asp di Cosenza Martino Rizzo. «C'è una convenzione - precisa il diesse dell'azienda saniotaria bruzia - non conveniente economicamente: turni massacranti e elevato impegno professionale, basso stipendio, niente ferie e malattia. Nessuno più sarà disponibile. Bisogna modificare il contratto».
Discorso simile per la guardia medica. «Qualche sindaco - aggiunge Rizzo - giustamente, si lamenta. Purtroppo non si trovano medici per coprire le postazioni. Perché dovrei lavorare di notte e guadagnare poco - si chiede il direttore sanitario - mentre posso lavorare di giorno e guadagnare molto di più?» Domanda lecita. «Risposta scontata».
«Purtroppo - chiosa Rizzo - questo è anche il frutto di scelte del passato, e del "numero chiuso". Evidentemente non abbiamo programmato, o non lo abbiamo fatto bene».
Le parole del direttore sanitario dell'Asp di Cosenza, da un lato confermano quanto da tempo denunciamo, dall'altro spingono verso una soluzione. Qual è? Sicuramente, una delle strade che potrebbe essere percorsa - la principale ed efficace - è quella del Decreto Calabria bis che ha messo sul piatto della Sanità calabrese ben 12 milioni di euro da destinare alle nuove assunzioni di medici e personale per la sola annualità 2021.
Ma nelle parole di Martino Rizzo c'è di più. C'è la prosepttiva del futuro. L'emergenza pandemica presto (si spera) ci lascerà e una volta che la piena del Covid si sarà ritirata, sulla sabbia, rimarranno le cose (anche se poche) che in questi mesi sono state realizzate. Come, ad esempio, i posti letto ed il potenziamento del "Giannettasio" - che ricordava di recente anche il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi (leggi anche qui la notizia).
Ma sarà così anche per le unità speciali di continuità assistenziale (Usca). Una unità , spiega Rizzo che «quando la pandemia finirà potrà essere riconvertita ad assistenza domiciliare di qualità, ed anche la centrale operativa territoriale deve essere rivista e diventare utile strumento di collegamento con i medici di medicina generale e con quelli di guardia medica».