Giovedì a Squillace l'ordinazione del nuovo vescovo di Rossano-Cariati, Maurizio Aloise
Il suo stemma richiama nei colori e nelle forme quello di Giovanni Paolo II ma svela anche un inedito del nuovo prelato: sarà un pastore di tradizione "mariana" come lo fu Serafino Sprovieri
SQUILLACE - Monsignor Maurizio Alise sarà un vescovo di "tradizione mariana", cioè con un punto di visione strettamente legato alla figura della Madonna che è l’immagine e il modello della Chiesa. È un inedito, questo, che svela il nuovo stemma scelto dal neo Arcivescovo di Rossano-Cariati che proprio giovedì prossimo (13 maggio), alle ore 17.00, nella Basilica Concattedrale di Squillace sarà ordinato Vescovo.
La solenne concelebrazione sarà presieduta dall’arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra.
E dicevamo dello stemma e del motto scelto da monsignor Aloise per la sua missione episcopale. Partiamo dal motto: Sub Tuum praesidium (Sotto la Tua protezione) che richiama la più antica antifona mariana, risalente al III secolo, che unisce Oriente ed Occidente. Un atto di affidamento alla Vergine santissima, come lo fu anche il Totus tuus di Giovanni Paolo II.
Ma proprio la figura di papa Wojtyla ritorna, ancora, nello stemma scelto da Mons. Aloise per la sua missione episcopale. Nello stemma, racchiuso nello scudo con doppia croce arcivescovile e sotto il cappello prelatizio con cordoni a venti fiocchi pendenti, è raffigurato il mare che richiama le origini di don Maurizio Aloise nell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, che è lo stesso Mar Ionio che bagna l’Arcidiocesi di Rossano-Cariati. «Il colore azzurro del mare - si legge nella spiegazione araldica - rimanda alla trascendenza e all’ineffabilità divina, inoltre si legge la purezza e la trasparenza, virtù, che si possono apprendere alla scuola di Maria».
Maria ricorre sempre e ricorre ancora. «Dal mare sale una croce lievemente spostata sul fianco sinistro, perché a destra, in basso, compare la “M” di Maria». Le stelle in alto, ricoprono diversi significati: la Santissima Trinità Padre, Figlio e Spirito Santo; le tre virtù teologali, fede, speranza e carità; la Verginità di Maria, prima, durante, dopo il parto. «Nella tradizione cristiana Maria, aurora della redenzione, è invocata dal popolo in cammino come Stella del mattino, e da San Bernardo come Stella del Mare (Omelia II sull'Annunciazione). La stella a otto punte è un richiamo alla bellezza e perfezione specifici di Dio che in Maria trovano la realizzazione. Maria - prosegue ancora l'illustrazione araldica - è la creatura dove il progetto di Dio si realizza in pienezza, la nuova Eva, poiché ha vissuto la sua fede alla scuola della Parola di Dio, Santa Maria, la “genitrice di Dio”, la “sola casta”, la “sola Benedetta”, la “Madre della Divina Grazia” è per l’Arcivescovo e per l’intero popolo cristiano un “porto e rifugio sicuro”».
Sono, questi, i primi ed importanti input per capire come si caratterizzerà la missione episcopale di don Maurizio Aloise nella grande diocesi di Rossano-Cariati. E a dire il vero tutto lascia ben sperare. Anche perché l'ultimo prelato con una fortissima devozione mariana, "regnante" sull'antica arcidiocesi della Sila greca, fu Mons. Serafino Sprovieri (1980-1991) e diede un imprinting importante alla devozione della Vergine nella Chiesa diocesana. E si sa, l'arcidiocesi di Rossano-Cariati ruota interamente attorno alla figura della Vergine Achiropita.