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Sanità, Usb denuncia: «Nonostante le promesse, l’assistenza sanitaria in Calabria peggiora»

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CATANZARO - «Assistenza sanitaria in Calabria? Sulla carta ognuno ha diritto alle cure sanitarie, In Calabria si accede solo al nulla! Esiste solo il nulla, meno di quello che avevamo anti pandemia! Il nulla può essere addirittura un esercizio invisibile, in cui ogni oggetto o soggetto empirico viene artificialmente eliminato dalla “scena” della coscienza… i calabresi impercettibili!».

È quanto denuncia in un comunicato stampa la federazione di Catanzaro dell’Unione Sindacale di Base (USB) che così continua: «Ogni giorno leggiamo proclami sulla sanità; ammodernamento delle strutture, recupero degli immobili pubblici. In più i decreti varati a partire da marzo avevano messo in campo 3,8 miliardi aggiuntivi per il Fondo sanitario, 3,1 per il Fondo emergenze usato per comprare ventilatori polmonari e dpi, 1,4 miliardi per i piani di riorganizzazione delle terapie intensive, per la Calabria dopo la chiusura in zona rossa per mancanza dell’organizzazione tutta della sanità ancora più soldi si parlava di 140 milioni, altri soldi regalati dalle banche, fino ad arrivare a 9 MLR - alla fine pensavamo si aprisse una prateria di assistenza sanitaria; che della vecchia sanità in Calabria avessimo chiuso il conto ed avere luoghi dove poterci curare».

«Invece – aggiunge - siamo a distanza di più di un anno dall’inizio della pandemia a contare solo danni e morti, e soldi non ancora spesi, non siamo stati capaci ancora oggi ad avere un solo posto in più di terapie intensiva, anzi alcune pure sono state chiuse, anche l’organico è diminuito tutte “chiacchiere e distintivi”, perché di questo si parla commissari inviati tra strutture provinciali e regionali per tagliare quello che non avevamo».

«Anche le liste di attesa per malattie croniche – si legge - sono tutte nei lunghi elenchi delle attese, non ce posto e non si possono programmare; una sanità per i calabresi incapace di offrire ed avere diritto all’assistenza sanitaria, usufruire dei servizi di prevenzione e cura della salute come l’assistenza di base, le cure specialistiche o i ricoveri ospedalieri, prerogative solo come enunciazione poi che nessuno si può curare non importa a nessuno».

«Allo stato attuale – continua - verifichiamo solo che da Castrovillari a Melito porto salvo, da un capo all’altro della regione, abbiamo ospedali chiusi, altri fatiscenti, altri ancora che chiudono giornalmente perché non hanno organico per poter operare; e dal governo a finire ai commissari tutti tacciono, si eclissano nelle foderate stanze per non dare risposte ai cittadini, costretti ancora di più ad emigrare. Ci viene il dubbio, forse una certezza, che sia tutto un programma preordinato per drenare al sud altre risorse e consegnarle a chi ha già avuto tanto, vista la spesa storica, come il nord del paese».

«E questo non è niente – incalza - se confronteremo poi i dati a fine pandemia: dove tutto ritornerà alla sanità dei vari “poggiolini calabresi” ognuno ad accaparrarsi un pezzo del bilancio della sanità, ne abbiamo conferma dai conti che non tornano degli ospedali di Reggio Calabria indebitati, da quelli di Cosenza dove non esistevano neanche i bilanci per potersi spartirsi i soldi a quelli chiusi per infiltrazioni mafiose di Catanzaro. Con tutto questo scenario siamo ancora al nulla, tutto come prima o peggio, siamo ancora dopo tutti questi grandi miliardi alla sanità, della mancanza di risposte pubbliche, norme non applicate e soldi che non ci sono, questi gli argomenti che giornalmente affrontiamo, e ci parlano di salute pubblica da garantire! Anzi ci fanno sapere, sempre sulla carta, mai nella pratica che: oggi abbiamo la Carta Regionale dei Servizi (CRS), una smart card elettronica che viene rilasciata al momento dell’iscrizione al Servizio Sanitario, vorremmo chiedere se ci fosse un interlocutore in Calabria a cosa serve? Visto che nemmeno il servizio del 118 riesce a dare risposte di emergenza!».

«Per il momento – conclude - l’unica iniziativa dei commissari alla sanità (sempre se non vanno via prima visto l’andazzo) è quello di chiudere qualche struttura e imbottire ancora di più di personale precario la sanità. Tanti miliardi… Per riempirsi la bocca… nel concreto il nulla e tanti punti di debolezza».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.