Pino Assalone (CGIL): «La scuola merita più rispetto»
Il segretario provinciale di FLC-CGIL si scaglia contro il balletto in cui la scuola è rimasta intrappolata
COSENZA - Da più settimane stiamo assistendo ad un caos sulle operazioni di apertura delle scuole che avremmo voluto sinceramente evitare. La Scuola merita molto più rispetto e non può essere trattata con un decisionismo raffazzonato, inconcludente e con atteggiamenti confusionari.
«Basta con provvedimenti da parte del Governo che vengono cambiati nel giro di ventiquattro ore; basta con il moltiplicarsi delle ordinanze regionali; basta con tavoli tecnici avviati dalle Prefetture che stanno mettendo in discussione l’autonomia scolastica intimando alle stesse doppi ingressi scolastici che stravolgono gli assetti organizzativi degli istituti stessi e che non hanno previsto tutti gli effetti collaterali che queste decisioni producono. Basta con le ordinanze dei sindaci, e per finire, basta con i ricorsi al Tar i cui pareri alimentano a volte speranze e a volte delusioni».
Questo è lo sfogo del segretario provinciale di FLC-CGIL Cosenza, Pino Assalone, nei confronti di un caos istituzione che è ormai la regola: «L’incapacità e la mancanza di un serio progetto di coordinamento sta conducendo ad una politica del “fai da te”, senza una chiara visione di come poter raggiungere gli obiettivi dovuti pensando di gestire l’emergenza con provvedimenti tampone per poi rivederli dopo una settimana scompaginando l’organizzazione non solo quella didattica delle istituzioni scolastiche e di tutto quello comporta il ruolo delle famiglie con le dovute ricadute sul piano degli impegni di lavoro di tantissimi genitori. La scuola non può rappresentare una battaglia ideologica o eventualmente incanalarla su binari elettoralistici».
Assalone è chiaro: «È opportuno, invece, che le scuole, nella piena autonomia, stabiliscano ingressi e uscite e di decidere la riduzione degli alunni in presenza».
Il sindacalista conclude: «Quello che sfugge è che la cosa più importante non è tanto riaprire le scuole , ma cercare di tenerle aperte garantendo agli studenti e a tutto il personale scolastico il diritto di riappropriarsi degli spazi fisici che la scuola offre a partire dalle aule e dei laboratori e di tutte quelle attività pomeridiane che rappresentano l’ampliamento dell’offerta formativa che invece una didattica a distanza non può assolutamente contemplare, ma che acuisce differenziazioni territoriali , che aumenta il disagio sociale, che si proietta in una accentuazione della povertà educativa, degli abbandoni scolastici, di quelle fragilità educative che la scuola in presenza riesce sempre di più a far superare e a colmare».