Emergenza Covid, disastro DAD: tantissimi bambini scomparsi dai radar della scuola
A Corigliano-Rossano non è da sottovalutare l'allarme di una possibile dispersione scolastica anche tra i più piccoli. I motivi? pochi dispositivi e linea internet non adeguata
CORIGLIANO-ROSSANO - C’è una problematica nascosta che si trincera dietro la famigerata Didattica a distanza, che tanto sta facendo discutere famiglie, dirigenti scolastici e insegnanti. Esiste, soprattutto nelle periferie di Corigliano-Rossano, un sottobosco di bambini letteralmente “scomparsi” dai radar dei vari istituti sparsi sui 355 chilometri quadrati della terza città della Calabria.
Infatti, gli uffici della pubblica istruzione del Comune stanno ricevendo mail da parte dei Presidi che segnalano reiterate assenze di alunni dalle lezioni telematiche. Le segnalazioni giungono, frequentemente, da zone in cui il disagio economico e sociale è più accentuato.
Non possono che tornare di attualità i dati raccolti da Save the Children. L’associazione a difesa dei più piccoli stima che circa 34 mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado potrebbero aggiungersi a fine anno ai dispersi della scuola. L’Istat, inoltre, evidenzia che nel mezzogiorno 1 minore su 5 (ben il 19%) non ha a disposizione né pc e né tablet. Una quota molto alta di studenti 6-17enni, quasi la metà (il 45,4%, oltre 3 milioni 100 mila bambini e ragazzi) ha difficoltà con la Didattica a distanza, a causa della carenza di strumenti informatici in famiglia, o perché questi risultano del tutto assenti o perché devono comunque condividerli con altri fratelli e/o sorelle, o comunque perché inferiori a quanto sarebbe necessario.
Proprio in queste situazioni germogliano questi giovani “desaparecidos”. Interrogata sul fatto l'assessore alla Città della Cultura e della Solidarietà di Corigliano Rossano Donatella Novellis, da sempre molto attenta alle problematiche sociali, ha preso coscienza del fenomeno: «Mi sono messa in contatto con gli uffici preposti. Interverremo prontamente e queste segnalazioni implicano una riflessione profonda, da condividere con i soggetti interessati a più livelli».
L’Assessore, infine, ci ha confermato che i casi sono stati segnalati particolarmente nelle ultime settimane del 2020. A non aiutare, per di più, c’è di mezzo la pandemia: «I servizi sociali, che nella nostra città svolgono un lavoro encomiabile, devono rispettare le norme anti contagio e quindi limitare le visite e utilizzare forme adeguate per gli interventi domiciliari. L’Amministrazione – conclude – rimane comunque vigile e attenta». In attesa della pronuncia del TAR, dopo il ricorso presentato da tanti genitori contro l’ultima ordinanza della Regione Calabria, si aggiunge un altro tassello nella querelle tra gli oltranzisti della chiusura e chi vuole ripartire il prima possibile.