Di MATTEO LAURIA Anche la caparbietà ha il suo costo da pagare: rincorrere e supplicare i cittadini per colmare il vuoto delle liste.
Una vera e propria emorragia mai riscontrata nella storia della città. E quando un’operazione di convincimento non giunge a buon fine, si ricorre ai mezzi del ricatto o della compravendita. È così che partiti e movimenti, chiamati a governare la cosa pubblica (pensate un po’!), si cimentano in un malcostume dai contorni inquietanti. Era nell’aria, d’altronde.
La rassegnazione mista all’indignazione silente, presente nel corpo elettorale, si tocca con mano. Ecco perché sarebbe stato
utile boicottare l’urna e posticiparla in autunno, cogliendo appieno il segnale, che giunge dalla comunità, di totale disapprovazione al modo di concepire le istituzioni e lo Stato.
Si poteva trasmettere un segnale forte al Governo per l’insolenza con cui si è posto rispetto alle varie questioni vertenziali e alle disattenzioni nei riguardi della Sibaritide. Invece, è prevalsa la cocciutaggine di chi a tutti i costi vuole candidarsi, perché affetto da una sete di potere che non trova giustificazione alcuna. Ora giungono i primi segnali: la gente non ne vuol sapere di politica. È stanca, stufa dei soliti sistemi, di promesse non mantenute, di progetti faraonici inattuabili, delle solite denunce vuote e allusive che producono la solita effettistica senza ritorno alcuno. E c’è chi fatica: si millantano due/tre/quattro liste che di ora in ora si sgonfiano. A farne le spese, il partito dei Comunisti Italiani che punta l’indice contro le quote rosa, pur apprezzandone il principio. Il candidato Giuseppe Marincolo è costretto a tirare i remi in barca dopo aver avuto rassicurazioni circa l’accettazione dei candidati: «Sulla carta, la lista dei C.I. c’era e c’erano anche le donne. Ma quando si è chiesto loro di firmare l’accettazione della candidatura, alcune, che in un primo momento avevano accettato di candidarsi, hanno rinunciato, facendo capire di aver subito forti condizionamenti, fuori e dentro la cerchia familiare, per le prospettive lavorative future».
Il Pdci dunque non potrà presentare la lista per mancato raggiungimento della quota rosa, 4 donne contro 6 richieste: «Questa non è democrazia, perché nella nostra realtà è ancora impossibile l’attuazione del diritto a partecipare alle competizioni elettorali di qualsiasi livello». Nel frattempo, i “cugini” di Rifondazione hanno annunciato il loro incondizionato sostegno alla lista Rossano Pulita di Flavio Stasi mentre i Socialisti (detentori del simbolo) si alleano con il candidato Stefano Mascaro.
Colpo di scena a destra dove il rappresentante della confederazione nazionale degli agricoltori Mario Smurra, espressione di area moderata, potrebbe abbandonare (a titolo personale) il candidato Giuseppe Antoniotti, a poche ore dalla presentazione delle liste. La notizia è stata smentita nelle ultime ore dallo stesso interessato, ma nell’ambito di un comunicato diramato dall’Udc.