di FRANCO MAURELLA Cominciamo con una curiosità: nel 1861, anno in cui l’Istat ha cominciato a censire gli abitanti per ogni comune, Trebisacce il più popoloso comune dell’Alto Jonio e Villapiana, l’unico con oltre 5 mila abitanti, contavano rispettivamente 1490 e 954 anime. Nello stesso anno di censimento, comuni che oggi rischiano di rimanere completamente spopolati come Alessandria del Carretto, Castroregio, Nocara o San Lorenzo Bellizzi, tutti comuni montani, facevano registrare popolazioni di numero superiore a Trebisacce e Villapiana: Alessandria 1695 abitanti (oggi 530); Castroregio, 1396 (oggi 345); Nocara 1292 (oggi 422); San Lorenzo Bellizzi 2403 (oggi 746). Il fenomeno è di facile spiegazione: gli interessi commerciali e le dinamiche ad essi affini, si sviluppavano lungo la costa e non certo a monte. A Trebisacce, tra l’altro, l’arrivo della ferrovia diede un ulteriore impulso di crescita e lo scalo merci attirava sempre più gente, sempre più commercianti. Alla fine dell’800 cominciò la grande emigrazione oltre oceano: l’Argentina ed il Sud America accolsero milioni di meridionali. I comuni dell’entroterra si spopolavano mentre quelli sulla costa (Amendolara, Roseto, Rocca Imperiale, Trebisacce e Villapiana) continuavano a far registrare un incremento demografico. Fin qui la storia, il passato.
Veniamo ai giorni nostri per rilevare un’altra ondata migratoria, questa volta di giovani laureati e diplomati che fanno la fortuna delle regioni già ricche dell’Italia del Nord lasciando la Calabria ed il Mezzogiorno privi di idee e professionalità capaci di promuovere crescita socio-economica. Anche questa volta, il dato dei comuni costieri, nonostante la grave emigrazione giovanile, va controcorrente. Ed allora c’è da chiedersi se i dati dell’Istat siano reali o fittizi. Ci spieghiamo meglio: A Trebisacce la popolazione residente risulta essere, dal censimento 2011, di 8734 abitanti. Un calo demografico rispetto a dieci anni prima, dovuto anche alla chiusura di presidi istituzionali quali la Pretura, la Guardia di Finanza, fino a giungere alla chiusura dell’ospedale.
Del resto, basta guardare la composizione delle classi nelle scuole dell’obbligo. Sarebbero di numero inferiore se non ci fossero gli extracomunitari a rimpolparle. La domanda ed il dubbio allo stesso tempo, è se la popolazione realmente presente a Trebisacce, così come in altri comuni della costa, sia inferiore a quella rilevata dall’Istat per la semplice ragione che i nostri giovani emigrati conservano, almeno per un po’, la residenza nei comuni di origine, anche se non ci vivono più. Per i comuni a rischio spopolamento si sta cercando di porre rimedio con iniziative variegate. A Canna, per esempio, la passata amministrazione comunale offriva la casa gratis agli extracomunitari con figli in età scolare, che si trasferivano e trasferivano la residenza. Per qualche anno si è evitato che la scuola dell’obbligo non ci fosse più.