Alto Jonio, promuovere e rilanciare il patrimonio identitario e culturale dei paesi arbëreshe in cui risiedono gli Italo-Albanesi (Plataci, Castroregio, Civita, Firmo, Lungro…) e instaurare nuove e proficue relazioni con i Paesi dell’area mediterranea e dei Balcani (Albania e Kossovo, in primis, ma anche Macedonia, Grecia e Montenegro) che in passato hanno avuto rapporti intensi e stabili con le
comunità albanofone insediatesi nel nostro Mezzogiorno. Del valore universale e delle relazioni di natura socio-culturale, religiose ed economiche tra l’Italia, l’Albania e il Kossovo si è parlato giovedì I° dicembre presso l’Aula Magna dell’Università della Calabria in un importante Convegno sul tema “Arberia, un’antica identità culturale da rilanciare per creare nuove interazioni tra l’area Balcanica e quella Mediterranea”. Il Convegno è stato promosso dalla “Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo” ed è stato organizzato
dall’UNICAL, attraverso l’Ufficio Relazioni Internazionali in collaborazione con la Fondazione Universitaria “
Francesco Solano” e la
Sezione di Albanologia. L’obiettivo primario del Convegno è stato quello di promuovere e rilanciare il patrimonio culturale degli Albanesi d’Italia coinvolgendo le Università, le Associazioni, gli Istituti e le Fondazioni Culturali, assieme alla Chiesa Arbëreshe di rito bizantino che ha la sua Eparchia a Lungro, agli Enti locali (Regione, Provincia e Comuni) e alle associazioni di imprese.
ALTO JONIO PROMUOVERE I RAPPORTI CON I PAESI DEI BALCANI
In apertura il Magnifico Rettore prof.
Gino Mirocle Crisci, dopo i saluti istituzionali, ha sottolineato l’importanza dell’interazione fra il mondo Accademico e le Istituzioni pubbliche e private e la necessità di migliorare i collegamenti tra paesi diversi abbreviando le distanze geografiche esistenti. Importante il contributo offerto ai lavori dall’avv.
Rinaldo Chidichimo, portavoce dell’associazione turistica “Arco Jonico” e delegato dell’Ufficio di Rappresentanza per la Calabria della Fondazione “Terzo Pilastro”, il quale ha illustrato la storia e gli obiettivi della Fondazione e ha ricordato il contributo culturale e politico che gli uomini di estrazione arbëreshe hanno dato all’Italia citando Mortati, Crispi e Gramsci. Ha inoltre ricordato come le popolazioni di origine albanese viventi in Italia, in Calabria, ed in particolare nella provincia di Cosenza, siano custodi di valori culturali e identitari quali la l’antica lingua, gli usi, i costumi, il folklore e le tradizioni che rischiano di andare perduti senza interventi mirati a garantirne la sopravvivenza. L’avv.
Chidichimo, battendo su un tasto a lui caro anche come operatore turistico, ha concluso evidenziando «la lontananza fisica della Calabria dal cuore pulsante d’Europa a causa di collegamenti stradali ferroviari e aerei inadeguati» e sollecitando i tanti studenti presenti «ad essere liberi, mai sudditi, ma protagonisti del loro futuro». Sono quindi seguite le relazioni tematiche dei proff.
Francesco Altimari, Alberto Ventura e del Pro-Rettore Luigi Filice. Al Convegno, oltre al Vice-Ministro Albanese Gjon Radovani, agli l’Ambasciatori della Repubblica d’Albania, della Repubblica del Kossovo in Italia e della Repubblica Italiana in Albania, hanno preso parte Delegazioni del mondo accademico italiano, albanese e kossovaro, del FAI (fondo ambiente italiano) e sindaci e amministratori dei comuni arbëreshe della Provincia e dell’Alto Jonio Cosentino.
FONTE:LA PROVINCIA