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Viaggio nelle pubbliche amministrazioni: Cariati fra sperperi e indennità

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di DAMIANO MONTESANTO Nel comune di Cariati esistono dirigenti lautamente retribuiti; nonostante ciò, in alcuni settori, come quello finanziario e dei tributi, imperversa il caos totale. Per il personale nel Comune di Cariati si spendono cifre superiori a 1 milione e 200mila euro all’anno e in quello di Terravecchia, il più piccolo, a 300 mila euro. A fronte di questi numeri si hanno piante organiche carenti, se si guarda al numero dei residenti anagrafici; più o meno adeguate, se si guarda a quello dei residenti effettivi, perché ogni comune ha un certo numero di lavoratori Lpu ed Lsu, che integrano il personale presente, senza gravare sul bilancio dell’ente. La politica delle assunzioni e delle piante organiche è stata da sempre determinata da calcoli elettoralistici, che hanno portato spesso a impinguare di personale, uffici che non sempre ne avevano necessità, a discapito di altri, invece, trascurati ancorché importanti per l’attività dell’ente. In tutti i comuni del comprensorio del Basso Jonio è possibile andare a scoprire simili comportamenti, che non hanno giovato alla politica, alimentando la confusione e la sfiducia dei cittadini. Se si va ad analizzare le voci di spesa, si trova che al dirigente responsabile di area viene riconosciuta la posizione organizzativa, senza alcun controllo di valutazione sull’operato degli uffici che da lui dipendono. Ciò significa che al tale dirigente vengono liquidate cospicue somme, in aggiunta allo stipendio, quasi come un premio per la diligenza mostrata nella realizzazione dei piani dell’ente, anche quando il suo ufficio non ha approvato i ruoli dei tributi ed è quindi responsabile del mancato introito nelle casse comunali di somme ingenti; o quando, per sapere chi ha pagato o non ha pagato questo o quel tributo, spende oltre 20 mila euro di raccomandate, invitando i cittadini a presentare le ricevute dei pagamenti effettuati, piuttosto che impegnare l’ufficio in tale ricerca e perseguire gli eventuali evasori. In questi casi, i responsabili non solo non pagano, ma addirittura ricevono indennità aggiuntive dopo avere sperperato soldi pubblici. Sono cose che accadono nella nostra Regione e provocano sconcerto tra i cittadini. In compenso, se si va ad analizzare il rapporto tra spesa per il personale e residenti, si scopre che il Comune di Cariati è il più virtuoso rispetto agli altri, con i suoi 170 euro per abitante, rispetto ai 322 di Terravecchia, ai 349 di Scala Coeli, ai 292 di Mandatoriccio, ai 339 di Longobucco, fino ad arrivare ai 445 di Campana e ai 412 di Bocchigliero (che così entrano di diritto nella lista dei comuni meno parsimoniosi del Basso Jonio). C’è da dire, però, che Cariati ha solo 38 dipendenti in servizio, rispetto ai 56 previsti in pianta organica, ai quali vanno aggiunti 21 lavoratori Lpu/Lsu che non figurano in questa spesa. Il problema si pone perché non c’è alcuna proporzione tra somme spese per il personale e i servizi resi al cittadino; in alcuni comuni, addirittura, sono scomparsi dalle piante organiche i netturbini o operatori ecologici, che dir si voglia, trasformati in improbabili autisti o commessi, col risultato che le strade non vengono più pulite e la spazzatura, se la si vuole, deve essere affidata, con altri costi, a ditte esterne. Se dai bilanci dei comuni citati si sottrae la somma spesa per il mantenimento del personale, ci si rende conto che il comune diventa quasi sempre erogatore di servizi a debito, col risultato di un dissesto incombente, ancorché differito. Sarebbe necessario, a questo punto, un atto di coraggio da parte degli amministratori per mettere ordine nella politica del personale, premiando e incentivando la meritocrazia, piuttosto che lasciare le cose come stanno, in nome di un malintesa difesa del lavoratore e di una falsa democrazia che, alla fine, premia i furbi e livella i meritevoli.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.