Pietro Altavilla
, quale portavoce del Coordinamento Regionale USB Calabria, accende i riflettori sul progetto dell'impianto di energia elettrica da fonte biomassa che dovrebbe sorgere nell'area industriale di S. Irene. L'obiettivo è sensibilizzare il Commissario prefettizio di Corigliano Rossano Domenico Bagnato sulle prerogative istituzionali di coinvolgimento del futuro consiglio comunale del comune unico. "L’iter procedurale è già in fase avanzata al Dipartimento Sviluppo Economico-Attività Produttive della Regione Calabria; con il coinvolgimento di alcuni Uffici Comunali di Rossano. Già due Conferenze di Servizio sono state tenute a Catanzaro, negli Uffici del Dipartimento Economico e Attività Produttive, in località Germaneto. La prima in data 12 dicembre 2017, con la partecipazione di funzionari comunali e la seconda in data 22 marzo 2018. Per la prima Conferenza si da atto del comportamento improntato alla correttezza istituzionale dei funzionari del Comune. I quali, per come da verbale, dichiaravano che la pratica, visto trattasi di impianto con potenza superiore ai 500 KWe, doveva essere sottoposta al vaglio del Consiglio Comunale e successiva Deliberazione. Con la presente si chiede al Dott. Bagnato di sospendere le determinazioni dell’iter procedurale. A cui vogliamo chiedere:
USB CALABRIA, LE RICHIESTE A BAGNATO
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- E’ stato già predisposto, da parte degli Uffici Comunali e della società privata in questione, una Convenzione regolante la concessione per la realizzazione dell’impianto?
- Per come deciso nella Conferenza del 22 marzo u.s., il Comune doveva far pervenire alla Regione, entro il 6 maggio, la valutazione ed i pareri sul progettato industriale. E’ stata fatta? Se si, con quali orientamenti.
- Non ritiene, il Commissario, visto il carattere strategico dell’impianto, coinvolgere, nelle decisioni, l’intera popolazione di Corigliano Rossano? E come intende agire in vista della prossima e decisiva Conferenza del 14 maggio 2018 ?
- Come mai questo progetto inquinante ed il suo iter, finora, ha seguito procedure semi clandestine e senza una dovuta ed essenziale pubblica informazione?
CRITICITA' LEGATE A CENTRALI A BIOMASSE LEGATE ALLE NORMATIVE IN VIGORE
I cittadini devono sapere che le criticità legate alle centrali a biomasse in Italia sono per lo più legate alle normative attualmente in vigore; che non regolano in modo chiaro gli aspetti più importanti legati al funzionamento e approvvigionamento di questo tipo di impianti. Dott. Bagnato, la Città di Rossano vive, ancora oggi, una difficile e tragica realtà di malattie e tumori sulla pelle dei residenti. Centrale ENEL con le sue emissioni e i suoi pannelli in amianto (fortunatamente ora dismessa), le discariche e l’impianto di Bucita con veleni da tutto il Mezzogiorno, discariche abusive in tutte le contrade. Ora, un impianto a biomasse sarebbe la goccia in più in un vaso già pieno. Ben sapendo i rischi sulla tipologia dei materiali che, a volte, vengono bruciati, non sempre al 100% provenienti dalla natura (ad esempio il CSS, Combustibile Solido Secondario, di origine plastica e che rientra fra le biomasse per decreto ministeriale). Le centrali a biomasse possono bruciare qualsiasi tipo di combustibile secco. E purtroppo in molti casi è stato accertato che venivano inceneriti illegalmente anche altri prodotti (immondizia, plastica, gomma). Inoltre il Decreto Ministeriale (DM 6 luglio 2012 “nuovi incentivi alle rinnovabili”) ha introdotto la possibilità di alimentare le centrali a biomassa anche con Combustibile Solido Secondario (CSS) cioè il rifiuto secco trattato. Ci aspettiamo un Suo autorevole intervento