Un'area degradata ed un treno perso
2 minuti di lettura
Il passeggio si sviluppa lungo viale de Rosis, la via buona di Rossano Scalo, rifatta da poco nell’ambito di un finanziamento da 14 milioni di euro di fondi Pisu.
Un programma di lavori pubblici della vecchia giunta di sinistra, oggetto di un botta e risposta fra l’attuale amministrazione di centro destra e quella uscente.
Programmi integrati di sviluppo urbano, che avrebbero dovuto dare sviluppo, appunto, ai quartieri degradati, a quelli in cui la disgregazione sociale ormai tocca livelli non più sostenibili.
Oltre il torrente Inferno, poco al di sotto dei Giuseppini del Murialdo, sorge un Bronx, il Bronx di viale Margherita. Quell’insieme di case anni 40, quel dedalo di viuzze e vicoli, da cui un tempo si sviluppava il via vai verso la chiesa di San Giuseppe.
L’area su cui insiste è molto estesa, perché ospitava un’avviata attività di vendita di materiale per l’edilizia. È noto a tutti che quelle case sono stracolme, specialmente nei periodi di raccolta degli agrumi, di extracomunitari come di cittadini dell’Est, che pagano per un posto letto, pur vivendo comunque in mille disagi.
Ma la rabbia degli abitanti delle aree limitrofe, come dei commercianti, non si riversa solo su quel che accade quando qualcuno alza il gomito oppure litiga per l’apprezzamento pesante sulla propria donna.
In molti, in tanti, si lamentano di quella scelta assurda e del perché, avendo a disposizione 14 milioni di euro, non si sia pensato di chiamare i proprietari dell’area, negoziare una proposta che contemperasse le esigenze di sfruttare le volumetrie utili, con la possibilità di realizzare, nel cuore dello scalo, un’area utile per eliminare i problemi che ci sono e interrompere questo angolo retto con due lati, costituito da viale Margherita e via Nazionale. A suffragio di queste tesi, sostenute dai tanti che hanno accolto i cronisti con un’area mista fra rassegnazione e rabbia, si portano gli esempi di Corigliano Scalo.
Gli interventi visibili nelle aree ex Policastri e Miele, oggi assolutamente organiche ad uno sviluppo urbano degno di questo nome, un tempo opifici e depositi.
Sul banco degli imputati viene messo, fra gli altri, l’assessore ai lavori pubblici del tempo Minnicelli al quale non si risparmiano critiche, anche per quell’impianto di illuminazione che accompagna la risalita in auto a Rossano centro. Privo di un percorso pedonale, dunque inutile e dispendioso. Lo struscio su viale Margherita è scomparso, lo testimoniano i contratti di affitto dei magazzini abbattuti del 50%, e non solo per la crisi ormai cronica del commercio. A sera, in tanti vorrebbero vedere qualche gazzella e qualche volante in più, per avere un po’ di sicurezza.
Poche traverse più avanti, la mensa della Caritas si affolla e, fra gli utenti, ci sono molti che vivono tranquillamente in città, non creano problemi, si sacrificano, evocando nella mente di tanti i nostri emigrati, costretti alla fine degli anni ’60, nelle baracche delle grosse città industriali del Belgio come della Germania.
l. l. e m. f.