Si è conclusa da poco un’edizione da record del festival «Il Federiciano», organizzato dal direttore artistico
Giuseppe Aletti e realizzato con il sostegno del Comune di Rocca Imperiale e della Regione Calabria, con una straordinaria partecipazione di pubblico, presenze triplicate rispetto allo scorso anno, ospiti di caratura internazionale, tante location diverse per ogni evento, con le bellezze del territorio in bella mostra per i turisti. I frequentatori del festival, giunti da ogni parte d’Italia, dall’Estero, a cui si sono aggiunte le persone del luogo e dei dintorni, si sono riversati sul Lungomare, in Piazza Giovanni XXIII, nell’Auditorium, e poi nel Monastero dei Frati Osservanti, nel Castello Svevo che si erge maestoso sull’abitato e inevitabilmente nel borgo antico, diventato uno scrigno di poesia, grazie alle stele poetiche che arredano le facciate delle abitazioni. Alle due cerimonie di premiazione del concorso di poesia, una in apertura e l’altra in chiusura del festival, e alle due estemporanee con la creazione di un componimento in versi partendo da un incipit scelto fra tre proposti, sono stati annessi tanti eventi di qualità che si muovono liberamente tra più specialità artistiche. Così, insieme alla poesia, alle presentazioni dei libri («Storia e storielle di Rocca Imperiale» di Pino Affuso e «Viaggio verso la felicità» di Artan Albedini), c’è stato spazio per il cinema, il teatro, la musica, gli artisti di strada, il ballo, lo spettacolo, in un grande e allettante contenitore artistico che ha fatto conoscere Rocca Imperiale come attrattore turistico di grande rilievo per tutta la Calabria. E non mancano le partecipazioni straordinarie di grandi ospiti, come
Giancarlo Giannini, per la prima volta al festival, ma da subito affascinato dall’atmosfera che si vive all’interno della rassegna e innamorato di questo originale paese, noto proprio come «Il Paese della Poesia», al punto da dichiarare: «I testi pubblicati sulle mura del paese e il castello che fa da custode alla manifestazione, sono un modo efficace per far conoscere agli italiani questa bella terra attraverso la cultura». Nel ricco cartellone, è compresa la presenza del duo formato dai maggiori rappresentanti dello Swing Italiano:
Francesco Baccini e
Sergio Caputo; di
Marco Morandi, impegnato nell’apprezzato spettacolo «Nel nome del padre» in cui ha cantato con la sua band, suonato vari strumenti, recitato e coinvolto interattivamente il pubblico; e infine del soprano
Katia Ricciarelli che, assieme al tenore
Francesco Zingariello e accompagnata dai quindici elementi della Melos Orchestra, ha interpretato il repertorio di «Elisir d’amore». All’elenco si aggiunge poi l’adesione di
Alessandro Greyvision, nipote di
Rino Gaetano, nonché membro della band ufficiale dedicata al compianto cantautore, che nel pomeriggio ha raggiunto il centro storico per inaugurare una stele poetica speciale, quella dedicata allo zio, che riporta le parole della canzone «Aida», eseguita in acustico per gli astanti intervenuti allo svelamento. Importantissima è stata la presenza della
Rino Gaetano Band, con un concerto che ha riempito il Lungomare con migliaia di persone di tutte le fasce d’età, coinvolte attivamente nel ballare e cantare. Ultimo ospite è stato
Mogol che, tornato per la terza volta consecutiva al festival, a Rocca Imperiale, nel “suo” amato castello per cui ha anche creato uno dei suoi aforismi, ha avuto parole benevole per questo paese che lo accoglie sempre con tanto calore. «Rocca Imperiale è la mia
seconda casa», ha dichiarato, rimarcando l’affetto che lo lega a questi luoghi, e in particolar modo al maestoso castello costruito da Federico II. «È il più bel maniero che abbia mai visto in tutta la mia vita! – ha confessato nel suo incontro con il pubblico –. Una beffa per tutti coloro che hanno provato ad espugnarlo. Non avrebbero mai potuto conquistarlo, è perfetto». Ha, inoltre, omaggiato il borgo calabrese tenendo per due giorni, proprio a Rocca Imperiale, una MasterClass speciale per i partecipanti del festival, assieme ai musicisti
Gioni Barbera e
Ugo Mazzei, festeggiando così i suoi “primi” ottanta anni, di una vita costellata da grandi successi, collaborazioni importanti e tante emozioni. Decine di migliaia di persone hanno raggiunto Rocca Imperiale, ma anche gli altri paesi calabresi limitrofi e quelli della vicina Basilicata, non riuscendo il caratteristico borgo a contenerle tutte. I nove giorni della rassegna, dal 21 al 28 agosto, sono stati caratterizzati da un grande fermento e hanno avuto un’ampia ricaduta economica sull’intero Alto Jonio, registrando il pieno in tutte le strutture ricettive (B&B, alberghi, case private), in ristoranti, bar e pub, con l’arrivo di tantissimi poeti e amanti del verso. E i presenti sono stati entusiasti di sperimentare quest’esperienza unica, come confermano i numerosi commenti positivi sulla pagina Facebook dedicata all’evento «Il Paese della Poesia – Il Federiciano», soprattutto in questi giorni, a rassegna appena conclusa. Molti di loro si sono dati già appuntamento alla prossima edizione!