I
trivellatori scendono in campo, in nome del dio “profitto”, mossi da un’industria fra le più potenti al mondo calpestano di tutto e di più. Calpestano il
mare calabrese, in nome di un decisionismo assolutamente non tollerabile. Se queste sono le forme delle nuove democrazie, molti nostri lettori ci hanno segnalato il dissenso e la preoccupazione che uno dei pochi beni ancora in grado di attrarre qualche turista, venga danneggiato irrimediabilmente. Povero
Jonio, costretto alle esercitazioni dei sommergibili, che di sicuro non ci hanno raccontato quali munizioni hanno utilizzato. Certo, a giudicare dalle esplosioni non erano proiettili di molliche di pane. Ed allora, ritorna nella mente del cronista il titolo altisonante di “
operazioni contro la pesca del novellame”. Sì, proprio la neonata, tirata a braccia con apposite reti provoca secondo il legislatore danni irreparabili. La natura viene danneggiata irrimediabilmente da qualche quintale di “sardella”, da sempre pescata a forza di braccia. Non altrettanto accadrà con le trivelle, che perforeranno la pancia dello Jonio e terranno tutti noi con le dita incrociate. Prima a tifare che non esca nulla da quel mare ridotto a groviera. Poi che nessun fiume di petrolio o simili deturpi il golfo della
Calabria Citeriore. Immaginate che cosa potrebbe accadere di questo paradiso marino dello Jonio se qualcosa nelle trivellazioni andasse storto. Una catastrofe naturale, un danno non solo di immagine, ma anche naturalistico. Noi subiamo la sindrome di
Nimby, ma non perché vogliamo che il progresso interessi il cortile degli altri. La subiamo perché sono gli altri che mandano nel nostro cortile di tutto e di più. Insomma, una brutta storia rispetto alla quale stranamente, però, non si è mossa nessuna goletta. I sindacati prendono il sole quando fa capolino fra le nuvole di luglio, mentre gli amministratori locali combattono a colpi di delibere provvedimenti del Ministero, che si sta veramente distinguendo per anti-ambientalismo. È di questi giorni la notizia che sarà possibile aumentare gli scarichi inquinanti e noi calabresi, che siamo molto prossimi agli svizzeri, di sicuro non approfitteremo di questa opportunità. O no?
g.p.