«La classe dirigente jonica resta ancorata al passato»
Il presidente del Comitato Magna Graecia, Domenico Mazza, critica l’immobilismo politico e continua a proporre una visione policentrica per l’Arco Jonico
CORIGLIANO-ROSSANO – «Nell’agone politico, lo Jonio riesce a esprimere attori che non brillano per lucidità, valore e competenza». È un giudizio severo quello di Domenico Mazza, presidente del Comitato Magna Graecia, che in un articolato intervento ritorna ad analizzare, dal suo osservatorio, il quadro politico e istituzionale dell’Arco Jonico, denunciando un sistema «arroccato al passato» e incapace di elaborare visioni innovative per il futuro.
Secondo Mazza, la classe dirigente dell’area jonica — da Corigliano-Rossano a Crotone — continua a «incedere con il freno tirato», incapace di cogliere le trasformazioni in atto nel Paese e in Europa. Mentre altrove si progettano campus universitari, metropolitane leggere e infrastrutture moderne, - il riferimento chiarissimo sembra a Cosenza - sullo Jonio, sostiene, si celebrano ancora «piccole opere di manutenzione» come se fossero risultati di crescita.
Una parte rilevante dell’intervento è dedicata alla questione della sesta provincia calabrese (quella della Sibaritide), che il presidente del Comitato MG definisce «un’idea anacronistica e priva di fondamento demografico e istituzionale». Ricorda che già vent’anni fa la proposta fu bocciata dal Parlamento e che oggi le normative non consentono la nascita di nuovi enti, ma solo la rimodulazione di quelli esistenti. Da qui la proposta alternativa del Comitato Magna Graecia: creare ambiti amministrativi policentrici e omogenei, capaci di aggregare le aree joniche e silane in un sistema territoriale unico e competitivo.
Mazza ripercorre poi l’evoluzione normativa che, a livello nazionale, ha ridefinito la distribuzione dei servizi — sanità, ferrovie, camere di commercio, INPS — sulla base di parametri demografici e territoriali e non più provinciali. Secondo il rappresentante del comitato, l’incapacità della politica locale di comprendere tali processi porta ancora oggi a rivendicare soluzioni «già superate dai fatti».
Mazza è tornato anche sulla questione del tribunale di Corigliano-Rossano, evidenziando che eventuali riaperture non possono basarsi su logiche campanilistiche ma devono guardare a «presidi giudiziari di area vasta», sul modello di esperienze già avviate in altre regioni.
In conclusione, il presidente del Comitato Magna Graecia invita la politica dell’Arco Jonico a superare il localismo e a investire in sinergie territoriali più ampie, come quella tra il Crotonese e la Sibaritide, definendola «l’unica strada possibile per emancipare demograficamente e politicamente lo Jonio calabrese».
«Il vero riformismo – afferma – non è creare nuovi enti o moltiplicare burocrazie, ma promuovere un processo di unificazione istituzionale capace di dare equilibrio e rappresentanza reale alle aree oggi marginalizzate».