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Soldi e potere spaccano il territorio diocesano. Le parole durissime dell'arcivescovo Aloise

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CORIGLIANO-ROSSANO – È stato presentato questa mattina nel Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile di Rossano il Report 2024 della Caritas Diocesana sulla Povertà dal titolo “La povertà ci interpella, la Carità ci guida”.

Ad introdurre l’evento, moderato dall’operatore Caritas Giacomo Diaco, è stato il Direttore della Caritas Diocesana don Claudio Cipolla che ha sottolineato lo scopo dell’operato che guida tutti i sacerdoti, i volontari e gli operatori in campo i quali «nel volto del povero incontrano il volto del Cristo».

«Il Report – ha aggiunto - non è un punto di arrivo ma è uno strumento attraverso il quale cerchiamo di ascoltare il nostro territorio provando a conoscerlo meglio, entrando in relazione con le sue ferite ma anche con le sue tante speranze. È un documento che chiede di essere abitato, vissuto e interpretato in maniera seria perché non basta vedere i numeri ma è necessario ascoltare le storie, condividere i percorsi e, soprattutto, lasciarci coinvolgere».

La parola è passata a poi a Michela Dell’Anno, segretaria della Caritas Diocesana, che è entrata nel vivo dello studio presentato accompagnando l’uditorio nell’analisi dei dati e dei numeri venuti fuori dall’indagine condotta.

La presentazione – ha spiegato Dell’Anno - ha tra le sue finalità quella di mappare il territorio, offrendo uno spaccato del livello di povertà presente nella Diocesi di Rossano Cariati, ma anche di mostrare l’andamento delle situazioni di vulnerabilità di migranti e cittadini che abitano in quest’area.

La fotografia restituita tiene conto dei dati forniti dai singoli canali che la Caritas ha attivato nelle cinque vicarie, che sono costituite a loro volta da 56 parrocchie, in cui figurano e operano anche il Centro di Ascolto Diocesano, il Centro Maranatha, l’Emporio della Solidarietà, la Casa della Speranza, le mense, la Casa d’Accoglienza per senza fissa dimora Beato Giovanni XXIII, la Casa per donne in difficoltà con e senza minori “Rosa Virginia”, i Centri d’Ascolto parrocchiali e interparrocchiali e l’Ufficio Migrantes.

Lo studio, oltre a far luce sulla povertà, si propone di indagare le cause di tali fenomeni di marginalità e disagio che il report individua principalmente nella mancanza di lavoro, nei problemi familiari, nell’immigrazione, nel disagio abitativo, nelle malattie e nell’isolamento sociale.

Un’intera sezione del rapporto è stata quindi dedicata alle opere finanziate dall’8x1000 che hanno garantito l’avvio di 3 progetti nelle mense diocesane che - hanno ricordato - ha distribuito in un anno quasi 81 mila pasti di cui 74 mila solo a Corigliano-Rossano. I progetti sono stati “Favorite: non di solo pane vive l’uomo” del 2022, “È dando che si riceve – I fase” del 2023 e È dando che si riceve – II fase”. La Caritas ha aderito poi al progetto “Apri agli Ucraini”, a seguito dello scoppio della guerra con la Russia, grazie al quale ha sostenuto vari nuclei familiari. Il tutto per un totale di circa 150 mila euro.

Prezioso si è rivelato anche il lavoro delle singole Caritas parrocchiali che hanno offerto aiuto, ascolto e solidarietà a 6 600 persone (3700 solo a Corigliano-Rossano). In tal senso, la Caritas Diocesana ha promosso negli anni 2022 e 2023 percorsi di formazione incentrati sul metodo, cosicché gli operatori possano affrontare al meglio le varie situazioni di difficoltà e bisogno che l’utenza manifesta nel rivolgersi ai vari sportelli.

La Caritas è intervenuta in questi anni anche attraverso lo sportello Antiusura - che si propone di evitare che le persone ricorrano a forme di usura per pagare i propri debiti - e stringendo una collaborazione con l’Uepe di Cosenza (Ufficio di esecuzione penale esterna) grazie al quale realizza attività di volontariato sociale a valenza riparativa consentendo di estinguere il reato tramite lo svolgimento della cosiddetta “messa alla prova”.

A conclusione della presentazione, dopo la relazione di don Marco Pagniello, Direttore della Caritas italiana, il duro messaggio dell’Arcivescovo Maurizio Aloise che ha offerto una riflessione sulle “due calabrie” riprendendo e facendo sua l’analisi del professore universitario Cersosimo.

«Da un lato – dice Monsignor Aloise – ci sono i calabresi che godono di alti redditi e vivono nel pieno consumo - a cui fa capo la quasi totalità della ricchezza regionale - e che godono di relazioni proficue che alimentano tanta opulenza. Queste relazioni, che avvengono con gruppi come i Lions, il Rotary, le associazioni imprenditoriali, le associazioni massoniche palesi ed occulte, le reti informali di comparaggio, le aggregazioni politico elettorali, i gruppi di ‘ndranghetisti ecc., fanno di questi calabresi dei calabresi “estrattivi”, quelli cioè che sanno dove andare a bussare. Dall’altra parte invece c’è la Calabria dei poveri, che vive di deprivazioni estreme. Questa seconda Calabria è vaporizzata, divisa dal resto, più fragile e indifesa. Questi ultimi, isolati dal resto, sembrano aver perso la capacità di sognare. Questo report non è quindi solo di denuncia ma è un appello alla mobilitazione cognitiva affinché la Chiesa non resti a guardare».

Una Chiesa che non ha risparmiato nel passaggio successivo del suo discorso: «Non dobbiamo aspettare che gli aiuti ci arrivino dall’alto. Io mi arrabbio se una parrocchia non è attenta ai suoi poveri. Ogni parrocchia deve essere autonoma nella carità. Non si può pensare che ci sia senpre “mamma Caritas Diocesana” che pensa a tutto mentre poi nei bilanci di una festa trovi 60 mila euro per un cantante».

Insomma, una costatazione amara sulla povertà e sulla responsabilità che esorta la Chiesa ad essere più presente e attenta ai bisogni di chi soffre.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.