Memoria e impegno civile contro la cultura mafiosa, all'Unical arrivano Capomolla e Nicaso
Domani si terrà l’incontro formativo per gli studenti e le studentesse di Scienze dell’Educazione, che si confronteranno con il tema della memoria attiva e le pratiche di resistenza alla pedagogia delle sudditanze

RENDE - Memoria e impegno civile contro la cultura mafiosa al centro del pomeriggio di studio promosso nell’anniversario della strage di Capaci dal corso universitario di Pedagogia dell’Antimafia attivo presso il dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria.
Domani pomeriggio, venerdì 23 maggio, nell’aula Solano dell’UniCal (cubo 19/B ponte carrabile), si terrà alle 14.00 l’incontro formativo per gli studenti e le studentesse di Scienze dell’Educazione che si confronteranno con il tema della memoria attiva e le pratiche di resistenza alla pedagogia delle sudditanze.
Al seminario, interverranno il procuratore di Cosenza, Vincenzo Capomolla, e il professore Antonio Nicaso, saggista e docente di Storia delle organizzazioni criminali alla Queen’s University, Kingston, Canada. I saluti istituzionali toccheranno a Francesco Raniolo, pro-rettore dell’ateneo, mentre a introdurre i due relatori saranno Rossana Adele Rossi, coordinatrice del Corso di Studio Unificato in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche, e Andrea Mommo, comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza. Gianluigi Greco, direttore del dipartimento di Matematica e Informatica, concluderà la tavola rotonda, moderata da Giancarlo Costabile, docente di Antimafia al DiCES.
L’obiettivo della manifestazione in memoria di Falcone e Borsellino, e di tutte le vittime delle mafie, è duplice. Da un lato, la consapevolezza pedagogica del valore della memoria quale strumento imprescindibile di formazione critica delle coscienze, soprattutto in materia di lotta alle mafie e promozione della cittadinanza attiva nelle aule scolastiche e universitarie.
Dall’altro, in un momento storico nel quale le mafie stanno accentuando la loro capacità di farsi sistema economico-sociale dentro le relazioni produttive del Paese (e non solo), stimolare, dal basso, processi virtuosi di resistenza pedagogica e riscatto civile che devono passare (anche) dalla piena diffusione di una cultura dello Stato e delle prassi di giustizia sociale.