I giapponesi e il sogno sibarita: Osaka innamorata della nostra terra (inaccessibile)
A Expo 2025 tutti pazzi per la Calabria che si presenta con una nuova narrazione, fuori dai soliti stereotipi. Il commento dei visitatori: «Siete belli, affascinanti, ma i vostri imprenditori sono poco audaci»

SIBARI – C’è una verità semplice ma troppo spesso dimenticata: il cambiamento non arriva mai da solo, ma soprattutto non arriva stando fermi. Le terre che rinascono non lo fanno per caso. Rinascono perché qualcuno ha deciso di agire, di crederci, di sporcarsi le mani. Di smettere di aspettare.
Questa è un po’, a grandi linee, la lezione che questo territorio si è portato a casa dopo l’esperienza fatta in Giappone in occasione dell’Expo di Osaka 2025 in cui la Calabria è risultata tra le grandi protagoniste del Padiglione Italiano, raccogliendo gli apprezzamenti e lo stupore dei visitatori - soprattutto giapponesi - accorsi per scoprire la storia della Magna Graecia grazie alla presenza dei Parchi archeologici di Sibari e Crotone.
Per la prima volta, infatti, la nostra Calabria ha proposto una narrazione nuova di sé, capace di offrire un racconto inedito e affascinate. Una narrazione che è passata inevitabilmente dal racconto di Sibari, Crotone, del Codex e di tutta quella stratificazione di civiltà che ha caratterizzato la storia della Calabria del nord est.
A restituirci i feedback rispetto a quanto è stato colto in termini di storia e sensazioni sono proprio i due parchi archeologici che hanno raccontato la meraviglia di quanti si sono accostati per la prima volta a questo angolo di terra: «C’è chi è rimasto colpito dalle fragranze proposte nei bauli esposti in fiera, che contenevano ciascuno una storia di “Sapienza delle mani”, il racconto di artigiani orafi, tessitori, ceramisti, produttori di profumi e coltelli attraverso i loro prodotti e l’immagine delle loro mani al lavoro. Mirro, invece, nelle sue note riflette sul contributo degli artisti calabresi (o nati in Calabria, come Boccioni) alla Storia dell’Arte, soffermandosi sulle affinità di carattere tra calabresi e giapponesi». Un territorio inconsueto per il paese nipponico, che ha saputo proporsi nella sua verità e nella sua autenticità, la quale si è appoggiata, a sua insaputa, anche sul temperamento dei due popoli.
Ad emergere, oltre alla bellezza di un luogo incontaminato e ricco di storia, è, però, un grande limite: l’isolamento dai mercati e l’inaccessibilità. A questo proposito Salsa Ponzu nei suoi post – raccontano ancora dai Parchi - chiede ai nostri imprenditori di essere “un po’ più orientati al Business”, perché vorrebbe acquistare più profumi calabresi.
Oggi non basta più avere un buon prodotto. Bisogna anche essere capaci di raccontarlo, di promuoverlo, di farlo arrivare a destinazione. Essere accessibili è un modo per essere presenti. È dire: noi ci siamo, siamo piccoli ma potete trovarci, ovunque voi siate. È una forma di rispetto verso chi apprezza la nostra identità e una forma di responsabilità verso il nostro lavoro e la nostra storia che merita di ritagliarsi il suo posto nel mondo. Intessere rapporti con questi Paesi, curarli affinché diventino pilastro per lo sviluppo strategico della Calabria e del turismo dell’intera regione e della Sibaritide è fondamentale per dare nuovo impulso alla nostra terra sotto diversi profili (economico, sociale, culturale…).
Ecco perché se da un lato promuovere un luogo (e sui prodotti) significa renderlo fruibile e visibile agli altri, dall’altro è necessario lavorare perché ne si riconosca il valore abitandolo con consapevolezza, raccontandolo nella sua verità. Significa, insomma, farlo vivere ma, al contempo, significa cambiarlo. E a quel cambiamento siamo chiamati a partecipare anche noi. Solo da questa presa di coscienza rispetto alla responsabilità dei singoli sul destino dei luoghi è possibile invertire la rotta.
Abbiamo vissuto a lungo nell’attesa che il cambiamento giungesse dall’esterno: l’occasione giusta, la stagione giusta, la politica illuminata. Ma l’attesa ha un costo e l’immobilismo pure. È tempo sottratto alla costruzione, è energia che si consuma nell’inquietudine di ciò che potrebbe essere e non sarà. E intanto, intorno, la terra si ferma, le case si svuotano, le storie si dimenticano.
Queste sono le parole di Yu K in visita al Padiglione Italia: «Oggi è stata la mia seconda visita all’Expo di Osaka. Sono tornata di nuovo al Padiglione Italia, attratta dalla bellezza della sezione dedicata alla Calabria. Rispetto alla settimana scorsa sono state aggiunte nuove istallazioni: una proiezione 3D del Diadema di Hera, un reperto archeologico scoperto in Calabria. L’effetto visivo era sorprendente: sembrava di vedere il diadema fluttuare nell’aria. Mi è piaciuto molto il modo in cui la Calabria è stata presentata: non solo come destinazione turistica ma come territorio ricco di cultura antica, innovazione contemporanea e tradizioni fortemente radicate. Ho pensato che vorrei visitare personalmente i siti archeologici di Sibari e Crotone di cui si parlava nella mostra. La Calabria non è una meta molto conosciuta in Giappone ma dopo questa visita avrà molto successo tra chi cerca esperienze autentiche».