I bambini della Magnolia alla scoperta della Vallata delle Zucche del Pollino
I bambini hanno potuto passeggiare liberamente tra i sentieri impreziositi da centinaia di zucche. Hanno poi consumato la propria merenda sana all’aria aperta e si sono cimentati in un laboratorio artistico decorando le zucche
CORIGLIANO-ROSSANO – La stagionalità a tavola è uno strumento dal triplice valore. Serve, intanto, alla salute ed al benessere fisico dei bambini (e non solo). Essa contribuisce, infatti, a limitare il consumo di prodotti chimici presenti negli alimenti processati; consente di tramandare alle nuove generazioni saperi e tradizioni ereditati. Infine, serve alla salute economica ed ambientale dei territori, perché preserva un’agricoltura eco-sostenibile, a basso utilizzo di pesticidi, che impiegando pochi chilometri per arrivare a casa nostra aiuta anche a rispettare l’ambiente. Sono passaggi e valori importantissimi che se appresi e fatti propri sin da piccoli, non si dimenticheranno più e diventeranno stili di vita e comportamenti sociali.
«Ecco perché – spiega direttrice del Polo dell’infanzia Magnolia, la pedagogista Teresa Pia Renzo – continuiamo ad arricchire la didattica convenzionale con queste esperienze di ingresso consapevole nella società esterna alla struttura». E quindi, nel quadro di quella che è una visione consolidata e di un percorso che si rinnova di stimoli e proposte, nell’ambito del programma delle iniziative di outdoor education, accompagnati dal team di educatrici i bambini e le bambine ospiti ed attori protagonisti della nostra struttura nei giorni scorsi si sono emozionati nella scoperta della Vallata delle Zucche, nel territorio di Saracena, il Paese del celebre Moscato Passito, nel cuore del Parco del Pollino.
Tutti giù per terra per scoprire che Madre Natura si è divertita a dare alla zucca, regina dell’autunno e spesso ingrediente principe dei menu di stagione preparati dalle cuoche della scuola, tantissime forme e colori. Ed è proprio questo il bello della biodiversità: la zucca non è solo quella arancione e tondeggiante, ma può essere allungata e dalle sfumature verdognole.
I bambini hanno potuto passeggiare liberamente tra i sentieri impreziositi da centinaia di zucche e salutato gli spaventapasseri. Hanno consumato la propria merenda sana all’aria aperta e si sono cimentati in un laboratorio artistico decorando le zucche con coloranti alimentari e naturali. Per esempio, hanno disegnato una foglia su un foglio con il colore rosso, estratto dalla barbabietola. Il laboratorio, in particolare, è servito a far capire ai bambini che i colori possono anche essere reperiti in natura. Niente mostri, quindi, niente ragnatele, fantasmi, streghette, scheletri e altri simboli dettati da mode commerciali, importate ad occhi chiusi da altri emisferi. Per la passata ricorrenza di Halloween, simbologia le cui antiche origini potrebbero essere calabresi e poi esportata dagli emigrati in America, Magnolia ha seguito con i propri piccoli discenti, ancora una volta la bussola dell’identità.
«E lo abbiamo fatto – chiosa la direttrice – ispirandoci a quanto proposto dall’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani quando nei suoi scritti racconta che a San Giacomo di Cerzeto si usava intagliare le zucche, svuotarle e illuminarle con una candela; o che Lu coccalu du muortu, il teschio del morto, si usava a Serra San Bruno dove si girava casa per casa per chiedere “mi lu pagate lu coccalu?”, quello che è oggi il dolcetto o scherzetto; o ancora che a Nicotera, ad Oppido Mamertina ed in altri paesi della Calabria si vivevano le stesse esperienze».