Raccolta sangue e plasma, la provincia di Cosenza è in sofferenza: «Dobbiamo donare di più»
A lanciare l’allarme è Zinno, coordinatore del Dipartimento Trasfusionale dell’area Nord Calabria, che invita la comunità a un impegno più forte: «La Calabria non è autosufficiente e la nostra provincia mostra le criticità maggiori»
COSENZA - Donare il sangue e il plasma è un gesto semplice ma di enorme valore sociale, sanitario ed etico. Può davvero salvare vite, inquanto il sangue e i suoi componenti (globuli rossi, plasma, piastrine) sono indispensabili per interventi chirurgici; trapianti; cure oncologiche; trattamento di traumi e incidenti; malattie del sangue come anemia grave o talassemia.
La provincia di Cosenza continua a fare i conti con una raccolta di plasma insufficiente. A lanciare l’allarme è Francesco Zinno, direttore del servizio di Immunologia e Medicina trasfusionale dell’Azienda ospedaliera e coordinatore del Dipartimento Trasfusionale dell’area Nord Calabria, che invita la comunità a un impegno più forte: «La Calabria non è autosufficiente e la nostra provincia mostra le criticità maggiori».
Il plasma, insieme al sangue intero, è alla base della produzione degli emoderivati, farmaci salvavita e particolarmente onerosi. Per questo Zinno e il suo team di medici, tecnici e sanitari lavorano da anni per incrementarne la raccolta, ricordando che le procedure avvengono in totale sicurezza. Si può donare il sangue intero fino a quattro volte l’anno, mentre per il plasma le donazioni possono salire a sei, grazie a una procedura più semplice e meno invasiva.
Al momento non si registrano carenze drammatiche di sangue, fenomeno tipico dei mesi estivi. Tuttavia, Zinno guarda con preoccupazione all’immediato futuro: con l’apertura del reparto di Cardiochirurgia, prevista per l’inizio del prossimo anno, sarà necessario un incremento delle scorte. «Il rischio – avverte – è di non riuscire a sostenere l’attività del nuovo reparto, vanificando il lavoro di tante professionalità». Gennaio e i mesi successivi alle festività sono tradizionalmente più deboli per la raccolta, aggravando il quadro.
Nel territorio cosentino si raccolgono circa 19mila unità di sangue intero l’anno, ciascuna pari a 450 millilitri. Un numero importante, ma non sufficiente a garantire l’autosufficienza, soprattutto considerando la scarsa disponibilità di plasma.
Guardando alle prospettive future, Zinno sottolinea l’importanza della sede Avis all’interno del campus dell’Università della Calabria, considerata una delle aree più promettenti per ampliare la platea dei donatori, qui la percentuale dei potenziali donatori potrebbe arrivare fino all’80%.
L’invito del responsabile del servizio trasfusionale è chiaro: «In città e nel resto della provincia dobbiamo fare di più. Donare significa sostenere la nostra sanità e garantire cure a chi ne ha bisogno. È un gesto semplice, sicuro e fondamentale per tutta la comunità».
(fonte Gazzetta del Sud)