Savino scrive a catechisti e operatori pastorali: «No all'autoreferenzialità»
Il Vescovo della Diocesi di Cassano offre una sorta di vademecum da utilizzare nel nuovo anno pastorale per combattere questo "virus" letale che produce la morte dell’autentica esperienza di fede
CASSANO JONIO - Il vescovo monsignor Franceso Savino ha scritto ai catechisti e agli
operatori pastorali della Diocesi indicando una sorta di vademecum da utilizzare nel
nuovo anno pastorale per combattere l’autoreferenzialità e il chiacchiericcio. Li ha esortati a pensare alla crescita come ad un viaggio da fare insieme.
Nella missiva il Vescovo parla dell'autoreferenzialità come di un “virus” che come singoli battezzati e come comunità cristiane si può contrarre, un “virus” letale poiché produce la
morte dell’autentica esperienza di fede.
Ma l’opportunità del cammino sinodale e il tema individuato da Papa Francesco per il Giubileo del 2025 sono un po’ come il farmaco.
«Proprio per questo – continua la lettera – sono fermamente convinto che l’esperienza del “cammino” e del “pellegrinaggio” costituiscono un vaccino validissimo contro l’autoreferenzialità – figlia della nostra cultura – che viene alimentata quando le attività pastorali sono
vissute male, ovvero sono carenti di u n’adeguata spiritualità. Riscoprirsi sempre in “cammino” significa non sentirsi mai arrivati e, soprattutto, rinnovare la consapevolezza
di essere sempre alla “sequela” di Gesù».
Ma questo cammino, questo pellegrinaggio verso Cristo, è possibile solo facendolo “insieme”. Qui don Francesco ricorda due “tentazioni” affrontate nel faticoso cammino dei
primi discepoli, consegnate sempre dall’evangelista Marco: quella di primeggiare e quella del chiacchiericcio. Tentazioni da evitare recuperando quello “stile” che è davvero
“sostanza”, poiché è esattamente lo stile di Gesù, «alla cui sequela – insiste – si deve procedere per poterlo efficacemente annunciare e testimoniare quale Luce vera del mondo
e quale Pace piena e definitiva».
In chiusura il vescovo cassanese ha ricordato come la prima motivazione per evangelizzare sia l’amore ricevuto da Gesù e da “girare” al prossimo.
(fonte articolo Luigi Cristaldi su Gazzetta del Sud)