«Mettere insieme proposte e idee per riattivare i territori interni e montani»
È l'appello lanciato da Madeo (Cisl Longobucco) che aggiunge: «Abbiamo urgenza di usare bene le risorse economiche disponibili. Solo il lavoro congiunto tra enti locali e imprese potrà determinare il futuro dei nostri luoghi»
LONGOBUCCO - «"Rigenerare i territori rurali, montani, interni del Paese, superando divari, disuguaglianze, assenza di servizi, garantendo nuove politiche, pure di accoglienza, oltre che di fiducia e crescita". Questo è l’appello dei Vescovi italiani sulla crisi, per molti versi irreversibile, in cui sono sprofondate le nostre piccole comunità interne e montane, portatrici di tanti valori, ma incapaci ormai di rialzarsi a causa dello spopolamento continuo che determina case chiuse, centri storici abbandonati, classi di scuole tagliate, ritorno di nuova emigrazione e territori montani privi di qualsiasi intervento forestale che procura seri danni al sistema idrogeologico interessando anche i paesi più a valle».
Lo scrive in una nota stampa Francesco Madeo della Cisl Longobucco, che così continua: «Desideriamo rivolgere un appello, come Cisl di Longobucco, perché si metta in agenda questo aspetto non più trascurabile della vita sociale del nostro paese. Insieme ai territori interni, infatti, rischiamo di perdere una umanità di valori, di tradizioni, di storia, di cultura di cui non si può fare a meno. Questi temi, hanno trovato spazio in un’intera sessione di studio nella settimana sociale dei cattolici italiani svoltasi nello scorso mese di luglio a Trento. Guardie mediche inesistenti, in territori abitati soprattutto da anziani, medici di base sempre più carenti, Case della Salute solo sulla carta, mentre si può continuare a morire ancor oggi, nel silenzio assordante di tutti, per raggiungere il più vicino ospedale, su strade piene di curve e buche».
«Non possiamo rimanere sordi al grido della “Restanza” cara a Vito Teti, di chi vuole tenacemente rimanere nella propria terra eppur fatica per guadagnarsi il pane, dei tanti lavoratori precari costretti ad essere sfruttati dallo Stato senza il versamento di alcun contributo, con le infrastrutture risalenti al secolo scorso. Allo scandalo di un ponte crollato a soli nove anni dalla sua costruzione per il quale nessuno paga. Dobbiamo mettere insieme proposte e idee per la riattivazione dei territori interni e montani, azioni per ripensare la nostra presenza, vicini a chi affronta le solitudini».
«Abbiamo urgenza di usare bene le risorse economiche disponibili, Strategie per le Aree interne e delle Green Communities, PNRR e fondi della coesione europei, oltre che definire un nuovo patto con le aree urbane. Filiere forestali, nelle aree del cratere sismico del centro e sud Italia, per un’azione di rigenerazione, un modello per il paese. Senza dimenticare che solo il lavoro congiunto tra enti locali e imprese potrà determinare il futuro dei nostri luoghi. Che ci si apri a queste dimensioni, sarà certamente un ulteriore monito alla Politica e alle Istituzioni. Come Comuni e comunità dei territori montani, accogliamo l’impegno a camminare insieme. Le nostre sfide: Ecologica e Demografica, per Chiesa, Sindacati e Istituzioni laiche dello Stato, sono intrecciate. Ma si vincono insieme» conclude.