Due nuovi murales a Schiavonea per celebrare l'identità marinara del borgo
Le opere di Claudio Chiaravalloti riprendono il racconto della storia del territorio attraverso la rievocazione di tre persone molto care a Schiavonea: Giorgio Madeo detto "Giakkttun'", Filomena Raspa detta "à Pizzichina" e Francesco Genova detto "Zangrill'"
CORIGLIANO-ROSSANO - Schiavonea riprende il racconto visivo delle identità marinare in chiave hip hop con l'artista Claudio Chiaravalloti.
Ogni luogo é legato a una storia e ogni storia é un fatto, spesso multi sfaccettato e a tratti illeggibile da molto vicino. Dare verità a una storia implica la necessità di accertare e l'urgenza di oggettivare attraverso tracce, testimonianze, indizi. Il racconto, invece, si perde nella storia, nei corridoi delle sue esistenze senza contorni, nelle sue acque sconfinate dove si bagna di mille voci, si specchia in mille volti e si affranca dall'oggettività per rievocare presenze, ricordi, colori mitologici che sembravano perduti.
La storia di come sia nato e proliferato il centro abitato di Schiavonea é lo spunto per la ripresa di un racconto nuovo che ormai da cinque anni mette insieme i tasselli di un passato che sembra evanescente, seppure percorrendone i luoghi se ne possa sperimentare l'energia travolgente, e per costruire un monumento all'identità marinara attraverso la street art.
Tra i tanti artisti che l'Associazione Schiavonea e Sant'Angelo Puliti ha ospitato nel tempo per tessere questo racconto, vi é Claudio Chiaravalloti, la cui cifra stilistica é ormai materia viva e presente nel Borgo Marinaro, che annovera nella propria collezione a cielo aperto già altre sue opere divenute ormai stilemi connotativi degli spazi del vissuto comune e di un linguaggio diretto, inclusivo e democratico nella comunicazione di un passato che si fa presente, leggibile e disponibile per la costruzione di un futuro che conservi la dignità e la specificità del Borgo Marinaro.
L'artista, pluripremiato e ben noto sulla scena street internazionale, è stato presente nei giorni 7/8/9 ottobre per riprendere il racconto attraverso la rievocazione di tre persone molto care a Schiavonea: Giorgio Madeo detto "Giakkttun'", Filomena Raspa detta "à Pizzichina" e Francesco Genova detto "Zangrill'", in onore dei quali sono stati realizzati due murales, rispettivamente in via Amalfi e Via Alassio.
Come afferma l'artista, che attraverso la street art si fa portavoce di temi sociali attuali e urgenti, l'arte é al servizio del racconto e si fa strumento per produrre bellezza per sé e per gli altri, per togliere spazio al degrado e al disagio sociale spesso causati dalla rimozione e dall'abbandono. Lo stile di Chiaravalloti é fortemente legato alla cultura hip hop, che nasce come ribellione all'emarginazione del Bronx e che lui stesso traduce come volontà di migliorare, noi stessi e i luoghi che ci circondano, e di trasformare il vuoto in connessione attraverso il gesto che attinge alla passione e al duro lavoro.
Nei racconti dei nostri marinai ritroviamo parole simili, certamente non dette per la povertà di lessico di una generazione che non ha conosciuto altro che il progetto di sopravvivenza di un gruppo sociale legato al lavoro e alle condizioni atmosferiche in maniera vitale, spesso anche brutale, e di stretta necessità. Ma queste parole inascoltabili sono parole vissute e tradotte in testimonianza pulsante e ricca di segni che ha portato fino a noi, di padre in figlio, i saperi di un artigianato, quello della pesca, che a differenza di altri settori artigianali specializzati nella produzione di oggetti d'uso, ha come obiettivo la vita stessa, vivendo così la celebrazione di una bellezza superiore.
Attorno a questi racconti di attaccamento alla vita, dove la tradizione diventa strumento conosciuto e affidabile per navigare il tempo, le persone di Schiavonea si radunano per costruire la propria identità di popolo, lontani da atteggiamenti di chiusura campanilistici, ma al contrario con la volontà di aprire i propri spazi vitali, fisici e interiori al mondo, per una nuova declinazione di sopravvivenza, ovvero una esistenza in cui sopravvivono le radici come basamenti di una storia consapevole e orgogliosa e dove la tradizione non si perde nella negazione, nell'oblio di un orpello anacronistico, ma diventa occasione e slancio per imbastire insieme scenari nuovi.