L’Ululone appenninico torna a popolare la Riserva del Lago di Tarsia
A sei anni dall’avvio del progetto “Azioni di conservazione e tutela dell’Ululone appenninico, attraverso azioni di ripristino degli habitat, di reintroduzione e di ripopolamento della specie”, si evidenziano ottimi risultati ottenuti
TARSIA - A sei anni dall’avvio del progetto “Azioni di conservazione e tutela dell’Ululone appenninico (Bombina pachypus) nella Riserva naturale regionale Lago di Tarsia, attraverso azioni di ripristino degli habitat, di reintroduzione e di ripopolamento della specie”, le Riserve nell’analizzare i dati della stagione 2024 (al 30 luglio), evidenziano gli ottimi risultati ottenuti, grazie all’eccellente attività del Centro di Allevamento ex-situ e al successo dei rilasci in natura.
Anche per il 2024 i risultati confermano il trend positivo degli anni precedenti, in merito al successo riproduttivo e ai rilasci degli individui effettuati in natura nei siti individuati. Un’attività che vede fortemente impegnato l’Ente gestore delle Riserve, che si avvale del supporto scientifico della Sezione di Erpetologia del Dipartimento di Ecologia, Biologia e Scienze della Terra dell’Unical.
Il Progetto Ululone, attuato dall’Ente gestore delle Riserve nell’ambito del POR Calabria FESR - FSE 2014-2020, promosso dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, ha rappresentato un “progetto pilota” di buone pratiche di ecologia applicata alla conservazione, unico nel suo genere, il cui successo non del tutto scontato, per diverse cause legate all’ecologia e alla biologia riproduttiva della specie.
Avviato nel 2018 si è chiuso nel 2022 e il prosieguo delle attività, compreso il Centro di Allevamento exsitu, autorizzato in deroga al DPR 357-97 dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dietro parere dell’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) sono state assunte dalla gestione ordinaria delle Riserve nell’ambito della sua mission di tutela delle risorse naturali e della biodiversità in modo particolare.
L’Ululone appenninico (Bombina Pachypus) è un piccolo rospo che non supera i 6 centimetri. Ha una struttura corporea tozza e zampe posteriori robuste. Il colore del dorso è grigio - bluastro, mentre il ventre è giallo vivace, che rappresenta una colorazione di avvertimento, o aposematica, che mette in mostra assumendo, se si sente in pericolo, una posizione caratteristica con le zampe anteriori rovesciate sugli occhi e quelle posteriori sul dorso.
Le popolazioni di questo anfibio stanno divenendo sempre più rare e localizzate in tutto il suo areale (che si estende dalla Liguria fino a Reggio Calabria).
È stato classificato come specie “in pericolo” nella Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani e lo stato di criticità delle popolazioni è stato rilevato in diverse aree del suo areale. Specie protetta, è inserita negli Allegati II e IV della Direttiva Comunitaria “Habitat” 92/43/CE e
nell’Allegato II della Convenzione di Berna.
Nella Riserva Lago di Tarsia l’Ululone è stato regolarmente censito fino agli anni Novanta. I dati sulla presenza della specie sono riferiti a segnalazioni da parte dell’Università della Calabria (1999) e dell’Ente gestore delle Riserve (2001), con stazioni localizzate sul confine della Riserva che rappresentano, dal punto di vista altitudinale, la quota minima di distribuzione della specie in Calabria.