Educare alla sovranità alimentare: la sfida di MiNiKƏ
Lenin Montesanto illustra la strategia di marketing identitario che c'è dietro la nuova impresa della della famiglia Scorza (i Minichedd), imprenditori del mare
CORIGLIANO-ROSSANO – Non c’è marketing senza storia e senza identità. «Da quasi 20 anni sul mercato – spiega Lenin Montesanto, amministratore dell’omonima società di contenuti, strategie e lobbying – resta, questa, la nostra bussola di metodo, a partire dallo studio e dalle nostre strategie sul naming, aziendale o istituzionale. Anche il nuovo brand MiNiKƏ nasce da qui. È identitario e distintivo. Ambisce a tradurre, sintetizzare e rievocare il secolo di storia familiare e imprenditoriale legata al mare degli Scorza, diffusamente riconosciuti col simpatico epiteto dialettale de i Minichedd».
Gennaro Scorza, quarta generazione de i Minichedd, ha ingaggiato una sfida che è anzi tutto culturale, di educazione e di sovranità alimentare. In aggiunta al menù convenzionale, infatti, la prima proposta di MiNiKƏ all’ospite sarà quella relativa alla disponibilità, nella vetrina quotidiana, del pesce fresco, di stagione e dei nostri mari (in primis dal Porto di Schiavonea). Sarà, questa, l’esperienza enogastronomica più importante che sarà proposta al tavolo come biglietto da visita, per emozionare e far ritornare i degustatori. È, quindi, anche un recupero di orgoglio e di consapevolezza rispetto alla nostra risorsa ittica, alle tradizioni ed al valore anche economico delle nostre marinerie.
Con le sue quattro presentazioni all’ospite (il Menù, la Carta dei Vini, la Carta dei Cocktail e quella degli Extravergini), MiNiKƏ intende ricostruire e valorizzare un autentico rapporto di fiducia e di trasparenza col consumatore. Per tutti i prodotti e le risorse usate, anche al di là delle prescrizioni normative, vengono indicati chiaramente tipologia e provenienza, in modo da consentire qualsiasi scelta, sulla base di gusti ed esigenze diverse, ma totalmente informata.
In particolare con la Carta degli Extravergini d’oliva del nostro territorio, un unicum nel settore della ristorazione locale e tra i pochi esempi del genere in Calabria, strumento che rende giustizia e sollecita anch’esso al recupero di consapevolezza identitaria, MiNiKƏ vuole contribuire a sanare il grave e pesante gap ereditato tra il principale prodotto agroalimentare della nostra regione (siamo la seconda regione per produzione olivicola nazionale) e la quasi latitanza dell’Evo calabrese nei menù e nella proposta enogastronomica diffusa. L’obiettivo è quello di continuare e rafforzare un percorso originale e virtuoso che sta già determinando adesioni e richieste importanti anche negli stessi produttori locali di extravergine.
Il target al quale guarda con particolare attenzione MiNiKƏ è quello del turista eno-gastronomico, esperienziale e responsabile, ovvero quell’ospite o quel viaggiatore che nei piatti cerca anche territorio, storia e identità. Ma è anche quell’ospite o quel viaggiatore che vuole conoscere la provenienza di prodotti e ingredienti, nella consapevolezza sempre più crescente che anche la scelta di cosa mangiare è un atto agricolo e politico; che anche e soprattutto la quantità dei chilometri percorsi nel mondo da ciò che mangiamo, inquina e produce sprechi evitabili; e che, infine, la preferenza per le produzioni e le trasformazioni locali ci costa di meno, inquina di meno il Pianeta, è più autentica e di qualità, rispetta e ripropone innovate le tradizioni millenarie dei nostri territori, fa girare di più l’economia locale e contribuisce allo sviluppo eco-sostenibile e durevole.
La squadra di MiNiKƏ, infine, è impreziosita anche dall’apporto di risorse umane e professionali formatesi all’Alberghiero ed all’Agrario dell’Istituto d’Istruzione Superiore (IIS) Majorana di Corigliano-Rossano, diventata ormai, nel panorama regionale, una delle più importanti e stimate fucine educative e di sollecito al ritorno manageriale alla terra delle nuove generazioni che finalmente con orgoglio rivendicano questi percorsi di studio il cui sbocco professionale locale, così come anche l’impresa MiNiKƏ conferma, non sono più chimere, ma strade concrete e praticabili.