Cassano si candida a Capitale Italiana dell'Arte Contemporanea 2026
Papasso: «Riteniamo che la nostra Città sia un esempio di ricchezza ambientale, culturale e artistica, per questi motivi abbiamo deciso la candidatura»
CASSANO JONIO - La Città di Cassano Jonio si candida a Capitale Italiana dell'Arte Contemporanea 2026, l'iniziativa promossa dalla Direzione Generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura, con l'obiettivo di favorire la produzione e la promozione dell'arte del nostro tempo, incoraggiando e sostenendo la capacità progettuale della città.
L'Amministrazione Comunale – guidata dal sindaco Giovanni Papasso – ha aderito al bando, presentando il progetto dossier di candidatura "Le Porte di Sibari" le vie dell'arte, proposto, realizzato e curato dall'artista cassanese Enzo Palazzo, che mira a trasformare la città ed il suo vasto territorio in un epicentro di innovazione culturale creativa, coinvolgendo la comunità tutta in un vasto programma di arte contemporanea.
«Riteniamo che la nostra Città - ha dichiarato il sindaco Gianni Papasso - sia un esempio di ricchezza ambientale, culturale e artistica, per questi motivi abbiamo deciso la candidatura». Aggiudicarsi il titolo di Capitale Italiana dell'Arte Contemporanea rappresenterebbe, infatti, un'opportunità culturale e turistica innovativa. Il progetto si basa sulla valorizzazione del ricco patrimonio storico, archeologico, culturale naturalistico, che è Magna Graecia, ovvero Sibari, attraverso mostre e installazioni, esposizioni, installazioni site/specific, eventi, performance, workshop e laboratori, incontri, conferenze e dibattiti col mondo della scuola e delle associazioni. Per l'artista Enzo Palazzo, questo progetto "LE PORTE di SIBARI le vie dell'arte", è anche una sorta di manifesto.
«Ovviamente – ha spiegato il maestro Palazzo – non si tratta del ritorno a un mondo perduto per sempre, perché qualunque riflessione possiamo fare sulla civiltà greca e la cultura greca alla fine essa equivale a una riflessione su noi stessi e ci rivela qualcosa sulla nostra identità. È il recupero concettuale di un ambiente mentale, quello dell'antica SIBARI, che insieme all'area dell'intera Italia Meridionale fu sostanzialmente il teatro di un fenomeno unico nella storia dell'Occidente, e ciò rappresentò l'affermazione di uno spirito nuovo, capace di affrontare un viaggio tanto sterminato quanto illuminato era il territorio verso cui procedeva, l'utopia».
«Sibari – hanno raccontato Papasso e Palazzo – insomma, è un'idea di perfezione. Beninteso, non è che si stata Sibari a incarnare l'ideale greco della perfezione. Ma crediamo che la bellezza possa ritornare ad essere il potere animante dello specchio dell'uomo, della sua realtà, della sua vita quotidiana. L'arte, allora, entra nella vita e risponde allo Zeitgeist con una funzione precisa: dar vita a opere che ridondino a beneficio di tutti. Il messaggio è quello di affidare all'arte, ridisegnando con una cifra di contemporaneità un futuro per le nuove generazioni, lasciando in eredità le medesime istanze di giustizia, benessere e libertà che il termine Sybaris seppe diffondere. Un nuovo Ulisse, prende per mano quello antico e insieme procedono verso l'avvenire».