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Quattro mesi di attese e speranze, nella Valle del Trionto la Sanità continua a rimanere un diritto negato

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LONGOBUCCO - Continua destare preoccupazione l’isolamento sanitario che affligge tutta l’area della Valle del Trionto. La situazione è più che mai critica, soprattutto per gli abitanti di Longobucco. La comunità longobucchese, infatti, sta sperimentando un lento e progressivo abbandono da parte delle istituzioni. Mancano infrastrutture viarie sicure e collegamenti con i centri a valle e, soprattutto, mancano servizi sanitari che garantiscano alla popolazione, ormai perlopiù anziana, assistenza e cure tempestive.

Vari sono stati i vertici Asp – l’ultimo quattro mesi fa - sul tema emergenziale della carenza sanitaria nell’entroterra ma le promesse e gli impegni presi sono stati puntualmente disattesi. A mantenere alta l’attenzione sulla questione è Antonio Baratta, Segretario della Camera del lavoro Cgil Longobucco.

«Sono passati – dichiara in una nota - quattro mesi dall'ultimo incontro avuto con il direttore generale dell’Asp di Cosenza Antonello Graziano. Da quella data nessuno dei problemi è stato risolto, anzi, si sono aggravati. Non sappiamo come definire questo atteggiamento. Mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni, dei sindacati e dei cittadini, oppure menefreghismo e scarsa attenzione ai problemi delle aree interne, disagiate e ultraperiferiche dell’entroterra della Sila greca?». Parole di rabbia che non lasciano dubbi sul crescente malcontento tra la popolazione, causato da anni di isolamento e abbandono.

«Eppure – ricorda Baratta - nell'ultimo incontro, dopo lo scontro ed il chiarimento, era stata ammessa pubblicamente la volontà, da parte del direttore generale, di risolvere i problemi che erano stati posti alla sua attenzione e che qui riassumo: Casa di Comunità, ambulanza per l'emergenza urgenza H24, telemedicina, raddoppio delle ore di cardiologia, aumento dei prelievi del sangue con risposta immediata, eliminazione delle liste di attese per visite mediche specialistiche».

Ancora una volta la comunità è costretta a far sentire la propria voce, «la voce di un popolo provato – sottolinea Baratta - ma non rassegnato, che grida ad alta voce affinché i diritti fondamentali previsti dalla Costituzione non vengano calpestati da nessuno. Siamo anche noi cittadini dello Stato».

«Per questi motivi - conclude - proclamiamo lo stato di agitazione dei pensionati, dei lavoratori, ed invitiamo le istituzioni, i partiti le associazioni a mobilitarsi insieme a noi per portare a casa un diritto, il diritto di essere curati, il diritto alla salute. Nei prossimi giorni comunicheremo giorno e luogo della mobilitazione».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.