2 ore fa:Le Bandiere Blu dello Jonio cosentino si fermano a Villapiana. Cosa manca a sud?
5 ore fa:La Calabria si tinge di azzurro: Castrovillari sarà sede per il raduno dei tifosi del Napoli
38 minuti fa:Anche Corigliano-Rossano scende in piazza contro il gioco d'azzardo patologico
2 ore fa:Laino Borgo, ancora nessuna traccia dell'89enne scomparso
1 ora fa:Scuola primaria di Lattughelle, a Cassano Jonio consegnati i lavori
1 ora fa:Allarme Pnrr, Perciaccante: «Solo il 29% dei cantieri al Sud è stato avviato»
3 ore fa:L'attrice rossanese Martina Paludi protagonista di puntata della fiction "Viola come il mare"
8 minuti fa:Una mattanza che parla più di ogni dibattito pubblico
17 ore fa:Pnrr, Scutellà (M5s): «La richiesta di proroga del Governo Meloni dimostra l'incapacità dei "pronti"»
17 ore fa:Anche la sindaca di Pietrapaola aderisce ad Azione

Lavoro sottopagato, Castrovillari vara una regola "rivoluzionaria": in busta paga non meno di 9 euro netti l'ora

2 minuti di lettura

CASTROVILLARI – L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro… sottopagato, non tutelato, precario, senza dignità, sfruttato, in nero, insanguinato (sic!). Ieri, primo Maggio, abbiamo celebrato la Festa – si fa per dire - dei Lavoratori in una Calabria, e ancor di più in un nord-est, tormentato dalla mancanza di occupazione e dalla misera retribuzione che investe quasi tutti i settori produttivi (ne abbiamo parlato anche qui). Un lavoro che è la miseria di molti e che ingrassa i pochi che se ne servono. Una condizione che lede la dignità dei cittadini, ormai da tempo rassegnati a questo stato di cose, e che alimenta la lenta e costante emorragia di risorse umane, soprattutto al sud.

A dare un segnale positivo, che è al contempo un chiaro messaggio ideologico e provocatorio sul tema, è stato il Comune di Castrovillari che ha approvato all’unanimità la mozione proposta dal capogruppo Nino La Falce e condivisa dall’intero gruppo consiliare dei Democratici per Castrovillari, che fissa la paga oraria minima a 9 euro nette all’ora dei lavoratori delle ditte che prenderanno appalti e/o concessioni dal Comune.

«La nostra proposta – ha spiegato La Falce – si è configurata come un’iniziativa partita dal basso. È un segnale che ci auguriamo venga accolto anche da altre Amministrazioni e che segna un passo decisivo nell’ambito della tutela dei lavoratori. Questa, infatti, non è solo un’indicazione per l’attuazione di quanto previsto dalla mozione ma anche un invito all’applicazione dei giusti contratti (CCNL)».

Una battaglia di civiltà importante e significativa per il nostro territorio ma anche per il resto Paese. Se le istituzioni, chiamate a dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, non riescono ad esse presenti e tempestive ecco che entrano in gioco gli enti locali i quali, nei limiti dei poteri loro concessi, provano a lanciare segnali forti e chiari sull’urgenza di alcune battaglie.

«La proposta - precisa La Falce - prevede di impegnare l'Amministrazione comunale ad indicare, in tutte le procedure di gara, che al personale impegnato sia applicato il contratto maggiormente attinente all'attività svolta, stipulato dalle organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative, e a verificare che i contratti indicati nelle procedure prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a euro 9 all'ora. Ancora, il documento prevede l'impegno a verificare l'applicazione delle clausole contrattuali, attraverso la redazione di un report semestrale relativo agli appalti in essere. Altra misura prevista, infine, è quella di agevolare il dibattito con le organizzazioni sindacali, al fine di raggiungere l'obiettivo del trattamento salariale minimo. Una delibera che mira ad attuare l’art. 36 della Costituzione e attiene alla dignità dell’uomo di chi lavora che, pur rappresentando un atto di indirizzo, ha un valore pragmatico significativo, proprio alla vigilia del primo maggio, festa della Repubblica, come ricordato dal Presidente Mattarella, fondata sul lavoro quale mezzo per realizzare la personalità umana».

Attualmente, il salario minimo esiste in tutti gli Stati membri dell'Unione Europea: in 21 Paesi esistono salari minimi legali, mentre in 6 Stati membri (Danimarca, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia) la protezione del salario minimo è fornita esclusivamente dai contratti collettivi. In più, l’italia – secondo il Sole24Ore che riporta i dati del Rapporto Inapp -, tra il 1991 e il 2022, i salari reali sono rimasti sostanzialmente al palo con una crescita dell’1% a fronte del 32,5% in media registrato nell’area Ocse.

Una situazione drammatica, che è frutto di un’economia stagnante e di una scarsa attenzione nei confronti delle politiche che tutelano i lavoratori. È ora di lottare affinché questo tema torni ad essere al centro del dibattito politico, con soluzioni e misure concrete che superino i proclami e diventino azioni reali a sostegno delle lavoratrici (ancor meno tutelate dei colleghi maschi) e dei lavoratori.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.