Il polo scolastico "Arberesh" di Frascineto ricorda la strage di Capaci
Anche quest'anno, Maria Falcone affida il suo messaggio a Francesco Garofalo, presidente del centro studi "Giorgio La Pira" di Cassano Jonio che ha promosso l'iniziativa. «Auspico che si possa un giorno mettere fine al fenomeno mafioso»
FRASCINETO - Il polo scolastico "Arberesh" di Frascineto, domani 23 maggio, alle 10, presso l'auditorium "A. Groccia", ricorderà la Strage di Capaci, animata dagli alunni e durante cui interverranno il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D'Alessio e il Sindaco Angelo Catapano.
Anche quest'anno, Maria Falcone, sorella del giudice assassinato il 23 maggio 1992, affida il suo messaggio a Francesco Garofalo, presidente del centro studi "Giorgio La Pira", di Cassano Jonio che ha promosso l'iniziativa: «Commosso per questo messaggio - dichiara Francesco Garofalo - che estendo a tutti ed in particolare agli studenti desiderosi di vivere in un mondo migliore».
«Ho sentito il bisogno di manifestare la mia vicinanza per quanto fate per onorare la memoria di un giorno buio della storia del nostro Paese. Giovanni - scrive nella lettera la professoressa Falcone -, come molti sapranno, sosteneva che per sconfiggere la criminalità mafiosa non poteva essere sufficiente una semplice repressione, ma che era necessario ed anzi ancor più utile e produttivo, da un lato, creare dei meccanismi di cooperazione tra le Istituzioni, dall'altro, diffondere tra i giovani la cultura della Legalità, gettando le basi per una società libera dalla prevaricazione mafiosa».
«È quindi - ha proseguito -, necessario soffermarsi con attenzione sulla crescita dei nostri ragazzi ed in tal senso bisogna riconoscere che la scuola ha avuto in questi anni un ruolo determinante per generare una cultura stabile e duratura, ingrediente basilare nella lotta al crimine organizzato. È altrettanto importante - rimarca - però, che anche il mondo dell'associazionismo e dell'attivismo sociale sia fervente in questo contesto, e che sfrutti al meglio la propria capacità aggregativa generando iniziative capaci di far riflettere i ragazzi su i valori dell'antimafia. Così come il mondo dell'informazione, composto da donne e uomini cui spetta l'arduo compito di raccontare storie che non vorremmo venissero mai scritte e che spesso, semplicemente per averle raccontate, si ritrovano anch'esse nel mirino di cosa nostra.Insomma, si tratta di un problema che coinvolge tutti, ed è proprio per questo che, come lo stesso Giovanni affermava, tutte le migliori forze del Paese devono unirsi e camminare insieme».
«Solo così - si legge in conclusione -, infatti può diventare possibile quel rinnovamento culturale capace di spazzare via la mentalità mafiosa con tutto il disvalore che porta con sé. Auspico che, grazie anche ad azioni come le vostre, si possa un giorno mettere la parola fine sul questo terribile male che è il fenomeno mafioso».