Eventi sismici e piani di Protezione Civile: a che punto è la Calabria?
Ad offrirci un piccolo spaccato della situazione calabrese in materia di Protezione Civile, il Direttore generale della PC Calabria, Domenico Costarella: «Il lavoro di prevenzione resta l'elemento cruciale per fornteggiare le calamità»
CORIGLIANO-ROSSANO – In questi giorni la nostra comunità si prepara a vivere alcuni momenti di festa e tradizione legati ai Fuochi di San Marco e ai festeggiamenti in onore di San Francesco di Paola. Queste due espressioni di culto e folklore sono strettamente legate ad un tragico evento sismico che colpì le due città nel lontano 1836. Sulla scia di tali avvenimenti la città torna a rivivere quelle vicende ma torna a farlo con uno spirito nuovo e propositivo: fornendo spunti e occasioni per parlare di prevenzione e rischio sismico del territorio.
Proprio la scorsa settimana, il consiglio comunale approvava il nuovo Piano di Protezione Civile Territoriale del Comune di Corigliano Rossano mentre ieri nei Campi Flegrei si sono svolte le prime esercitazioni della Protezione Civile del 2024 per testare le procedure operative da mettere in atto in caso di accentuazione del fenomeno sismico (ne abbiamo parlato qui).
Nell’affrontare la questione relativa al ruolo ed al coinvolgimento delle regioni nel Piano di trasferimento e gemellaggi ci siamo chiesti quale sia il nostro compito e a che punto siamo rispetto alla pianificazione di questo scenario emergenziale.
Nel farlo ci siamo rivolti al Direttore generale della Protezione Civile Calabria, Domenico Costarella, che ci ha fornito un piccolo spaccato della situazione calabrese in materia di Protezione Civile.
Comuni calabresi e Piani di Protezione Civile, a che punto siamo?
«Intanto – ha spiegato Costarella - tutti i comuni calabresi sono dotati di un Piano di Protezione civile, e questo è un dato importante e degno di nota. In più, per quel che concerne l’aggiornamento degli stessi, sono in programma nuovi interventi di adeguamento che effettueremo grazie ad alcuni fondi previsti per le prossime annualità che ci consentiranno di migliorare molti dei Piani adottati dai Comuni».
Rispetto al ruolo delle regioni nel Piano di trasferimento e gemellaggi - che è legato ai fenomeni sismici della Campania – la Calabria può dirsi pronta?
«Ciò che bisogna precisare rispetto agli scenari presentati in questi piani che riguardano la Campania è che sono remoti. Sono misure che saranno prese in extrema ratio e che non devono incutere timore o generare allarmismi. Quella dei Campi Flegrei e del Vesuvio è un’attività sismica che viene costantemente monitorata. Non solo nell’ultimo anno ma da sempre. C’è un’attenzione particolare ed un lavoro costantante, anche per quel che riguarda la redazione e l’aggiornamento dei piani, che può tranquillizzare la popolazione locale e circostante. Sul fronte Calabria non ci sono ritardi, il Piano è stato approvato nel 2021 e recentemente aggiornato. Una precisazione rispetto ai numeri: saremo destinatari di due gruppi distinti di popolazione che afferiscono a due piani differenti (Vesuvio e Campi Flegrei). Ad ottobre poi, si svolgerà un'altra esercitazione a cui parteciperemo anche noi come regione. Il coordinamento e le esercitazioni restano fondamentali».
E sul lavoro di prevenzione?
«È un tema importantissimo. L’elemento principale su cui bisognerebbe puntare è proprio la prevenzione, che è poi ciò che i documenti, redatti e aggiornati, definiscono. Un ruolo cruciale è svolto dalle esercitazioni che contribuiscono a convalidare i contenuti dei piani valutandone le capacità operative e gestionali e mettendo i cittadini in condizioni di saper agire in caso di calamità. La formazione aiuta, infatti, ad acquisire gli strumenti di base per fronteggiare l’emergenza, pertanto risulta fondamentale il coinvolgimento diretto dei cittadini e la comunicazione capillare delle informazioni contenute nei Piani».